Di Maio va a Londra a rassicurare la City: "Il M5s non è populista"

Il vicepresidente della Camera vola all'ombra del Big Ben per rassicurare gli investitori internazionali, spesso scettici col M5s in passato

Luigi Di Maio stira il doppiopetto e si prepara alla missione più difficile: accreditarsi presso la City di Londra, il gotha della finanza mondiale spesso assai scettico verso le teorie economiche più o meno ortodosse dei Cinque Stelle.

Il vicepresidente della Camera, candidato premier per i grillini alle prossime elezioni, sbarca nella capitale britannica per una serie di incontri con gli investitori internazionali. Uno solo l'obiettivo: persuaderli che l'Italia governata dal MoVimento rimarrà un mercato stabile e sicuro, al riparo da sconvolgimenti e terremoti economico-politici.

"Noi non siamo populisti, abbiamo un programma chiaro e la volontà di andare al governo per cambiare l'Italia - ha anticipato Di Maio parlando all'Ansa - Stiamo raccontando (agli investitori della City) il nostro programma economico e stiamo raccontando della nostra squadra di super competenti che abbiamo inserito nelle liste, persone del mondo dell'università, della ricerca, dell'imprenditoria e molti di loro già la conoscevano".

Batte molto sul tasto della competenza, il vicepresidente della Camera: a poche ore dalla presentazione dei candidati grillini per Camera e Senato, Di Maio torna a sottolineare la presenza di professionisti ed "esperti" in quelle liste a cinque stelle che in molti accusano di essere ricettacolo per più di un dilettante della politica. Ovviamente nella trasferta londinese la priorità sarà quella di illustrare le teorie e le politiche economiche del MoVimento, secondo un programma che - come spiega anche l'economista e candidato al Parlamento Lorenzo Fioramonti - "dimostra che i Cinque Stelle non sono populisti."

A preoccupare gli investitori internazionali, che già in passato avevano espresso più di una perplessità sull'affidabilità di un'eventuale compagine grillina di governo, è fra l'altro anche l'eventualità di una convergenza con la Lega di Salvini su temi

cruciali come quello dei rapporti con l'Unione Europea o della permanenza dell'Italia nella moneta unica.

Anche per questo la parola d'ordine di Di Maio all'ombra del Big Ben sarà una e una sola: rassicurare.

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