"Bisogna tornare al voto il prima possibile, facciamo finalmente questo secondo turno a giugno". Fallita di fatto anche la trattativa con il Pd - anche se manca ancora la "sentenza" dell'assemblea di giovedì - Luigi Di Maio chiede di tornare alle urne e di farlo presto.
Ma "il prima possibile" non è quello che spera il capo politico dei Cinque Stelle. Come spiega il Corriere, infatti, sebbene le norme costituzionali parlino di una finestra tra i 45 e i 70 giorni per sciogliere le Camere, il voto all'estero costringe di fatto il presidente della Repubblica a non indire nuove elezioni con meno di 60 giorni di anticipo.
Questo significa che per andare a votare il prossimo 24 giugno (ultima domenica del mese) era necessario che Sergio Mattarella decidesse di far tornare gli italiani alle urne entro lo scorso 24 aprile. Votare a luglio o ad agosto sembra già fuori discussione, dal momento che le ferie estive penalizzerebbero la maggior parte dei cittadini. Ma non si può nemmeno votare nelle prime settimane di settembre, se non si vuole costringere i partiti a presentare le liste intorno a Ferragosto, in un periodo in cui raccogliere le firme sarebbe praticamente impossibile soprattutto per le formazioni più piccole.
Questo significa che la prima data utile per le nuove elezioni sarebbe il 23
settembre. Il che consentirebbe al capo dello Stato di avere ancora circa nove settimane di manovra: le Camere infatti vanno sciolte tra il 13 e il 23 luglio. E magari nel frattempo si trova un altro modo per evitare le urne...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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