«Finché ci sono i veti, mancano le condizioni per qualsiasi accordo di governo con il M5S. Di Maio vuole solo dividere il centrodestra, per coprire i suoi errori in questi 60 giorni». Silvio Berlusconi non è neppure irritato, dopo aver visto nella villa di Arcore il capo politico grillino che, nell'intervista su Rai3 a Lucia Annunziata, continua a chiedere la sua testa e a invitare Matteo Salvini a tradirlo per accordarsi solo con lui. Senza sorpresa, prende atto che, malgrado la rinuncia alla premiership per una figura terza, il succo rimane quello dell'inizio delle trattative. Ma come allora il centrodestra rimarrà unito, preparandosi a chiedere l'incarico al Colle. «Vuole che diamo un appoggio esterno al suo governo con la Lega, che facciamo da ruota di scorta? Mai», commenta uno dei più vicini al presidente di Forza Italia. Per lunghe ore l'ipotesi non sembra esclusa, ma ufficialmente Salvini non fa la richiesta al Cav.
Che si trova, comunque, tra un Di Maio aggressivo e un alleato che, anche quando lo sente brevemente in mattinata, fa pressione perché in qualche modo agevoli la nascita di un governo politico dei «vincitori» delle elezioni, che eviti soluzioni istituzionali e tecniche, per lui inaccettabili.
Il vertice serale a Palazzo Grazioli, con Giorgia Meloni, prima della consultazione di oggi al Quirinale, viene anticipato da un prevertice tra Milano e Roma nell'aereo privato del Cavaliere, che imbarca il leader della Lega e il vice Giancarlo Giorgetti. Prima della partenza, fonti leghiste dichiarano l'«apprezzamento» al passo indietro di Di Maio e ripetono il no ad un governo del presidente, «meglio il voto». In casa azzurra l'interpretano come un segnale di tenuta della coalizione: o tutti o nessuno. Ma Berlusconi sa che all'alleato piacerebbe andare alle urne e «vampirizzare» Fi, mentre per lui serve un esecutivo che cambi la legge elettorale e pensi alle urgenze. Però scommette sempre sulla lealtà di Salvini. L'ipotesi di un governo politico ancora sembra in piedi e il centrodestra vuole l'incarico. Però oggi Sergio Mattarella potrebbe proporre un suo candidato per un esecutivo di tregua. E c'è il sospetto che il leader leghista speri in un sì del Cavaliere che sancisca la rottura, lasciandolo libero di finire tra le braccia di Di Maio. Solo che Berlusconi non intende fare il passo falso. Non gioverebbe a lui, a Fi e neanche all'idea stessa di centrodestra. Dicono che Salvini gli abbia chiesto esplicitamente di rifiutare un governo del presidente, come lui l'accordo separato con il M5S.
La via maestra la indica il presidente azzurro dell'Europarlamento, Antonio Tajani: «L'Italia ha bisogno di un governo autorevole e credibile in Europa, di lungo respiro». Nel pomeriggio, mentre la Lega alimenta le voci che il Cav potrebbe cedere alle condizioni dei grillini, i suoi fedelissimi aprono il fuoco contro Di Maio. «Ha offeso oltre 12 milioni di elettori tentando per l'ennesima volta di dividere la coalizione come inutilmente prova a fare da due mesi», dice il portavoce dei parlamentari azzurri, Giorgio Mulè. «A Salvini giunga da tutti i senatori di Fi la più sincera solidarietà per gli squallidi tentativi di intimidazione reiterati anche oggi», dice la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini, aggiungendo: «Basta tatticismi e soprattutto veti contro Fi e Berlusconi».
Mariastella Gelmini, presidente dei deputati, assicura: «La nostra coalizione è più che mai coesa. Di Maio si metta l'anima in pace». E Renato Schifani, parla di «una mossa ipocrita per nascondere il fallimento politico dello stesso Di Maio».
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