Makkox e le solite accuse alla destra

Sotto le elezioni, accusare di ignoranza la destra (e i suoi elettori) è un grande classico del quale faremmo volentieri a meno

Makkox e le solite accuse alla destra

Sotto le elezioni, accusare di ignoranza la destra (e i suoi elettori) è un grande classico del quale faremmo volentieri a meno. Questa volta, è toccato a Makkox, vignettista del Foglio e di Propaganda Live su La7, spolverare i più usurati luoghi comuni sulla questione. Leggiamo da una intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica: «Siamo un popolo di ignoranti, e l'ignoranza è concime per la destra». La frase sembra fatta apposta per suscitare le polemiche su Twitter, il social network utile soprattutto a rimpiazzare i vecchi Bar dello Sport. Missione compiuta. Le tifoserie contrapposte hanno avuto modo di sfogarsi. Naturalmente è pura commedia. La destra ha una gigantesca tradizione culturale e oggi è un'area decisamente più vitale della sinistra, basta guardare quali sono gli editori più avventurosi e disposti al rischio. Ah già, ma raramente i conformisti, ce ne sono parecchi a sinistra, escono dalla confortevole zona in cui vedono sempre confermati i propri pregiudizi, dunque leggono poco o tanto però male in ogni caso. Manca loro una metà abbondante del mondo, ma non lo sanno, si accontentano dell'usato sicuro. Eviteremo di scomodare per l'ennesima volta il poeta Giovanni Raboni, che nel 2002 aprì e chiuse la discussione in un celebre articolo per il Corriere della sera, appena ristampato da De Piante editore con il titolo I grandi scrittori? Tutti di destra. Raboni forniva un elenco sterminato di autori non solo di destra ma anche di sinistra (però non comunisti, quindi nascosti o ignorati). Notiamo due cose. A proposito di propaganda: quella del Partito comunista è riuscita appunto a far credere a molti cittadini che la cultura coincidesse col comunismo. Sarebbe anche ora di andare oltre, a oltre vent'anni dalla caduta del Muro. A proposito di concime: pochi giorni fa, la vignetta di Makkox, in prima pagina sul Foglio, era superata in comicità dall'articolo nel quale si trovava incastrata a mo' di corredo.

Ecco un estratto: «Diceva Giuseppe Prezzolini, giornalista formidabile, allievo di Leo Longanesi...». Ahi, non ci siamo. Prezzolini aveva già inventato la Voce quando Longanesi era troppo giovane per andare all'asilo. Makkox si sarà accorto di aver contribuito alla vittoria elettorale della destra?

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