La malagiustizia è peggio della mafia

Verrebbe da dire ai giudici: rimboccatevi la toga e partite, tornate al Sud come ci andaste vent'anni fa per combattere la mafia, tornateci per combattere un nemico meno crudele ma forse più terribile, perché mina ancor più di Cosa nostra le basi della convivenza civile. Questo nemico si chiama assenza di giustizia. Assenza: non inefficienza, difficoltà, sentenze lente o strampalate, che sono purtroppo patrimonio diffuso in tutta Italia. Quando - come racconta ieri un giornale non sospettabile di gettare (...)

(...) fango sui giudici, ovvero Repubblica - a Reggio Calabria un cittadino di 97 anni vede rinviare la sua causa al 2018, come si fa a parlare di giustizia? Quando si arriverà alla sentenza di primo grado il cittadino sarà quasi certamente morto, e nel caso non lo fosse morirà sicuramente nel corso delle ere geologiche in cui si attenderà l'appello.

Né i magistrati italiani né il loro organo di autogoverno possono assistere inerti a questo scempio. Che sarà pure figlio della mancanza di fotocopiatrici o di altre risorse base per il funzionamento delle procure, ma lo è anche, e in misura predominante, di una atavica incapacità di imprimere al lavoro degli uffici giudiziari ritmi accettabili. E sarebbe sterile domandarsi quanto pesino fattori culturali, contiguità, semplice pigrizia. La sostanza è che in buona parte del mezzogiorno rivolgersi alla giustizia è inutile. In questa disfatta prospera l'Antistato.

Se il Consiglio superiore della magistratura fosse consapevole di questa disfatta, dovrebbe aprire un bando straordinario per mandare al sud i giudici, come accadde dopo le morti di Falcone e Borsellino. Un'intera generazione di giovani magistrati settentrionali si è formata nei posti più ingrati del Sud, vivendo blindata nelle caserme e nelle aule bunker. Molti hanno rischiato la pelle, alcuni ci hanno lasciato i nervi. Ma il loro sacrificio servì.

Quanti magistrati, giovani e meno giovani, sono disposti oggi ad andare al sud a cercare di riportare a livelli almeno decenti di efficienza la giustizia di questa parte d'Italia? Servirebbero incentivi di carriera, come quelli che vennero dati ai giovani pm antimafia.

E servirebbe anche la voglia di mettersi contro l'inerzia, il conformismo, l'accidia di tanti magistrati. Ma da una categoria che ha saputo sfidare la mafia è legittimo pretendere che sappia sfidare anche se stessa. A meno che l'odio del collega non faccia più paura dell'odio di Cosa nostra.

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