
Tragedia durante le operazioni di recupero del Bayesian, il veliero affondato al largo di Porticello, nei pressi di Palermo, la scorsa estate: come se ci fosse una maledizione intorno al mega yacht del magnate britannico Mike Lynch che la notte del 19 agosto si è inabissato in circostanze ancora non del tutto chiarite con sette delle ventidue persone a bordo rimaste intrappolate al suo interno. Un sub di una delle squadre impegnate nelle difficili operazioni di recupero, cominciate da un paio di giorni, è morto durante un'immersione.
La vittima è un professionista che lavora per la Hebo, una società di servizi marittimi di Rotterdam, che sta partecipando al maxi-intervento di sollevamento dell'imbarcazione, adagiata a 49 metri di profondità con tutti i suoi segreti. Si chiamava Robcornelis Maria Huijben Uiben, 39 anni. Non sono ancora chiare le circostanze dell'incidente. Potrebbe avere avuto un malore mentre era sott'acqua, come farebbe ipotizzare l'esito di una prima ispezione sul corpo, che non ha rilevato segni di lesioni o ustioni. Ma potrebbe anche essersi trattato di un malfunzionamento della bombola di ossigeno. Inutili i tentativi di soccorso. Non appena i compagni di immersione si sono resi conto che stava male, lo hanno riportato in superficie, su una delle due piattaforme galleggianti, la Hebo lift 2 e la Hebo lift 10, arrivate dall'Olanda sul luogo del naufragio con le attrezzature necessarie per recuperare il Bayesian, ma i sanitari a bordo non sono riusciti a rianimarlo. Le indagini della Procura di Termini Imerese, che già coordina gli accertamenti sull'affondamento dell'imbarcazione, dovranno ora verificare le cause di questo ulteriore incidente, che fa davvero pensare ad una maledizione del Bayesian. Un gioiello di 56 metri, considerato inaffondabile, colato a picco in 16 minuti davanti alle coste siciliane. Morirono sei passeggeri, tra cui lo stesso Lynch e sua figlia Hannah, di 18 anni, l'avvocato del magnate Chris Morvillo con la moglie Neda, il presidente della Morgan Stanley International, Jonathan Bloomer, con la moglie Judy e il cuoco di bordo, Recaldo Thomas.
Il recupero dell'imbarcazione - che è ancora intatta e adagiata sul fondale, come hanno mostrato le immagini di un robot sottomarino - sarà determinante per capire cosa ha fatto inabissare il veliero. Ma si tratta di un'operazione complessa. Ci vorranno almeno un paio di settimane per riportarlo in superficie, con la Hebo Lift 10, una nave gru da 5.695 tonnellate lorde, una delle più potenti d'Europa, e la sua gemella Hebo Lift 2.
Lo yacht verrà imbracato e riposizionato in verticale, verrà tagliato l'albero di 72 metri e poi riportato in superficie, con l'acqua di mare pompata fuori all'interno di un'area di contenimento dell'inquinamento prima di essere successivamente trasferito in porto.
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