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Mallegni riabilitato dopo 10 anni di persecuzione

Archiviate anche le ultime accuse. Per il primo cittadino azzurro ora decade pure la Severino

Mallegni riabilitato dopo 10 anni di persecuzione

Un calvario giudiziario lungo oltre 10 anni. Una cinquantina di accuse che gli son costate anche carcere e arresti domiciliari. Accuse crollate, svanite come bolle di sapone attraverso ben cinque processi. E adesso, finalmente, la fine dell'incubo, con l'assoluzione dalle ultime lievi accuse rimaste in piedi pur essendo prescritte e che pure l'estate scorsa hanno rischiato, per una solerte applicazione della legge Severino poi sanata, di costargli la poltrona. È finito l'incubo del sindaco azzurro di Pietrasanta (Lucca) Massimo Mallegni. La corte d'Appello di Firenze lo ha prosciolto dall'ultima accusa rimasta in piedi (ma già abbondantemente prescritta). Una vicenda giudiziaria che ha dell'incredibile per come si è sviluppata ed emblematica dei tempi fiume della giustizia. Una storia a tratti kafkiana. Mallegni, primo sindaco forzista nel 2000 (poi rieletto nel 2005 con il 60% di consensi) di Pietrasanta, storica roccaforte rossa della Versilia in mano alla sinistra da trent'anni, viene arrestato nel 2006. Accuse pesanti di tutti i generi nei suoi confronti, dalla corruzione all'abuso. Tra i suoi accusatori Antonella Manzione, all'epoca capo dei vigili urbani, oggi a palazzo Chigi come responsabile dell'ufficio legislativo, voluta a tutti i costi da Renzi nonostante le perplessità della Corte dei conti. E pm di quell'inchiesta, Domenico Manzione, ora sottosegretario agli Interni, fratello della sua accusatrice.Resta in carcere 39 giorni, Mallegni, nel 2006. Poi gli vengono concessi i domiciliari, che poco cambiano. Ma poi, man mano, comincia la riscossa di Mallegni, visto che i processi assolvono, da tutto, lui e gli altri imputati. La riscossa culmina qualche mese fa, quando Mallegni viene rieletto sindaco di Pietrasanta. Ma la mazzata è dietro l'angolo. Il prefetto di Lucca, ad appena 28 ore dalla rielezione a sindaco di Mallegni col 55% di preferenze, gli notifica la sospensione dall'incarico in virtù della legge Severino. A Pietrasanta, e non solo, è rivolta. Mallegni protesta, ricorda di essere stato lui stesso a presentare appello per essere assolto completamente da quelle accuse ormai prescritte. Bisogna attendere il 16 luglio perché il tribunale di Firenze sani la situazione congelando la sospensione in attesa della sentenza d'appello. Sentenza d'appello che finalmente è arrivata annullando per prescrizione i tre reati superstiti: abuso d'ufficio, violenza privata (ai vigili urbani) e corruzione per atto dovuto.Mallegni esulta: «Finalmente oggi possiamo festeggiare. Dopo dieci lunghi anni di un processo-bufala che ha messo in ginocchio l'intera comunità di Pietrasanta per anni, me e la mia famiglia, sputtanando amministratori e dirigenti. La Severino è evaporata, i carichi pendenti definitivamente scomparsi». «È stata una vicenda pesantissima - dice il sindaco di Pietrasanta al Giornale - sotto ogni punto di vista. Trentanove giorni in carcere in isolamento, 120 ai domiciliari. Roba impressionante. Fortunatamente ho trovato dei magistrati giudicanti perbene che hanno avuto voglia di leggere le carte e di riconoscere la mia innocenza.

La politica - aggiunge - ha responsabilità enormi, la giustizia va riformata urgentemente, e si deve intervenire subito».MtC

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