
"I suoi gatti avevano fame. Lanciavamo cibo dalla finestra, ma se avessimo sentito qualche grido d'aiuto ce ne saremmo accorti. È tutto davvero molto strano, l'importante è che tutto sia finito bene". Dani Nazhira, tira un sospiro di sollievo.
È la vicina di casa di Valentina Greco, la 42enne cagliaritana che era sparita da 10 giorni, nella località turistica di Sidi Bou Said (17 km a nord di Tunisi), dove risiedeva da 5 anni. Sabato è stata ritrovata, e ora si troverebbe ricoverata all'ospedale Cartagine della capitale maghrebina. Il condizionale è d'obbligo e non sarà l'unico nell'esporre i dettagli di una vicenda dai tratti surreali. Alla madre Valentina ha raccontato di essere svenuta dentro l'armadio e di non sentirsi molto bene da giorni. Perché la polizia tunisina non l'abbia trovata durante il primo sopralluogo nell'appartamento resta un mistero. L'attenzione ora è concentrata sulle cure mediche della donna, che già in passato era stata colpita da un'embolia polmonare. La polizia tunisina, con il supporto dell'ambasciata italiana e dell'Interpol, l'ha trovata in casa durante una seconda ispezione in stato confusionale. Alla madre avrebbe detto di essere svenuta mentre faceva le pulizie e di aver battuto la testa. Una volta ripresi i sensi, si sarebbe ritrovata chiusa dentro l'armadio, forse a causa dei suoi gatti che avrebbero involontariamente bloccato le ante. Una spiegazione che fa acqua da tutte le parti. Oggi verrà sentita dalle autorità, mentre i parenti sono già arrivati a Tunisi per darle supporto.
La scomparsa potrebbe essere collegata a un tentativo di molestie sessuali da parte di un uomo che abita nel suo stesso quartiere. Delle pesanti avances Valentina ne aveva parlato con alcune amiche, ma non risultano denunce del molestatore alle autorità competenti. Le indagini cercheranno anche di verificare se ci sia un nesso con l'impegno di Valentina come attivista dei diritti umani, con particolare attenzione alla condizione delle donne. La pista legata all'Islam integralista non viene scartata a priori. Valentina era affascinata dalla cultura e dalle tradizioni del posto, ma non avrebbe mai fatto riferimento a un qualche desiderio di conversione, pur avendo studiato il Corano. Va invece verificato se la donna sia finita in guai per problemi di soldi (lavorava saltuariamente), o peggio ancora minacciata da esponenti della fratellanza musulmana. Il contesto politico e sociale nel quale si è sviluppata questa strana storia va spiegato. La Tunisia di oggi è passata dalla speranza democratica della Rivoluzione dei Gelsomini a una realtà in cui ogni dissenso viene soffocato nel nome della sicurezza nazionale. Dal luglio 2021, quando Kais Saied ha sciolto il Parlamento, accentrando su di sé tutti i poteri, il Paese è dilaniato da instabilità politica, crisi economica, ma soprattutto dal pericolo islamista. Problematiche che neppure la feconda industria del turismo riesce a mascherare.
Sulla vicenda di Valentina i
media locali non hanno praticamente scritto nulla. Attesa, speranze e indiscrezioni sono state alimentate, oltre che dalla stampa italiana, dalle pagine social della comunità italiana in Tunisia che conta circa 7mila persone.