Dopo mesi di minacce e duri e duri botta e risposta, Donald Trump tende la mano a Zohran Mamdani e accoglie il sindaco eletto di New York alla Casa Bianca. "Sono molto fiducioso che possiamo fare un buon lavoro", afferma il presidente americano, assicurando che "lo aiuteremo a realizzare il sogno di tutti: avere una New York forte e sicura". "La sua vittoria è stato un grande successo e sappiamo tutti che le corse elettorali non sono facili, ha battuto persone molto intelligenti", concede il tycoon che, al di là degli attacchi pubblici, riconosce il talento del 34enne socialista e lo definisce una persona molto "razionale". Sparito dal vocabolario delle ultime ore anche l'appellativo "comunista". Anzi, Trump si è detto convinto che andranno d'accordo. "Alcune delle sue idee sono le stesse che ho io", precisa, riferendosi al carovita e alla necessità di costruire nuove case nella Grande Mela per abbassare il costo degli affitti. Al termine dell'incontro nello Studio Ovale, Mamdani lo definisce "molto produttivo" e "incentrato su un posto per cui condividiamo ammirazione e amore". Per prepararsi il neo sindaco ha avuto lunghe conversazioni con i big del partito democratico, dalla governatrice di New York Kathy Hochul al leader della minoranza alla Camera Hakeem Jeffries, al veterano del Senato Chuck Schumer. Ma al suo fianco c'era la nuova generazione dei dem: Elle Bisgaard-Church e Morris Katz, due consiglieri chiave, e la portavoce Dora Pekec, con un'età media sotto i 30 anni, come tutta la cerchia ristretta di Zohran. Mamdani ha promesso prima del faccia a faccia che avrebbe parlato chiaro, e Trump ripete rivolto ai newyorkesi che "avrete un grande sindaco". "Mi ha sorpreso, e ci siamo trovati d'accordo su molte più cose di quanto pensavo", continua, dicendo che "si sentirebbe a suo agio a vivere nella Nyc di Mamdani, soprattutto dopo il loro incontro". Dalla minaccia di militarizzare la metropoli e privarla di miliardi di dollari di finanziamenti, il comandante in capo ha decisamente cambiato atteggiamento ospitando il neo eletto sindaco nello Studio Ovale, lanciando un segnale che ha un importante peso politico, non solo a livello cittadino, visto che nessuno dei suoi predecessori, da Bill de Blasio a Eric Adams, è stato ricevuto dall'inquilino della Casa Bianca. Peraltro, al di là dei feroci attacchi pubblici e del sostegno dell'indipendente Andrew Cuomo, pare che all'ultimo minuto The Donald in privato avesse già descritto Mamdani come un "personaggio di talento, astuto e un buon oratore". "So che per decine di migliaia di newyorkesi, questo incontro è tra due candidati molto diversi ma dai quali vogliono solo una cosa: che affrontino la crisi causata dal costo della vita che rende impossibile per i lavoratori vivere in città", ha sottolineato il sindaco.
Intanto, proprio nel giorno dello storico incontro, i repubblicani della Camera hanno approvato, con 285 voti a favore e 98 contrari, una risoluzione per denunciare gli "orrori del socialismo". "Questo è un voto morale - ha detto la deputata della Florida Maria Salazar - contro un'ideologia che ha distrutto milioni di famiglie".