Mamma assalta la caserma per liberare il figlio

Bosniaca sul furgone sfonda la recinzione. Il 26enne pregiudicato stava per essere espulso

Paola Fucilieri

Milano L'amore per i figli può far compiere gesti inconsulti. Ce lo dimostra una nomade di origine bosniaca fermata ieri all'alba dai carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni con l'accusa di danneggiamento alle strutture militari. Dopo che lei, questa signora di 52 anni - decisa al tutto per tutto pur di liberare il figlio, ma anche in preda a una clamorosa crisi di nervi - aveva schiacciato in maniera decisamente indelicata il piede sull'acceleratore. Per andare a sbattere, alla guida di un furgone «Fiat Iveco» e del tutto consapevolmente, contro la recinzione metallica della caserma dei carabinieri. Una rete alta tre metri e rinforzata dietro la quale veniva, a suo parere, «ingiustamente trattenuto» il figlio 26enne. Un pregiudicato che i militari avevano appena fermato e avrebbero a breve espulso dal territorio italiano. Il giovanottone in questione e che la mamma desiderava far fuggire costi quel che costi, infatti era già stato espulso dal territorio nazionale tre mesi fa con un provvedimento della questura di Torino, ma poi, in qualche modo era rientrato in Italia dove fino a due giorni fa ha scorrazzato, seppur clandestinamente, come un qualsiasi libero cittadino. Ora che il ragazzo rischiava di rientrare in patria e di doverci restare a lungo, la genitrice, a bordo del mezzo e in compagnia della moglie e alla sorella del nomade, ha messo in atto la sua personalissima strategia. Rischiando una tragedia che solo i militari di Sesto, con grande equilibrio e professionalità, sono riusciti a evitare. Bloccando le tre donne dopo averle circondate, ma soprattutto senza essere costretti a sparare un colpo. Che, contro tre donne imbufalite e disposte a tutto, è un risultato da palmares.

Il giovane era stato bloccato dai militari intorno alle 2 della notte tra lunedì e martedì durante un controllo. In stato di fermo in caserma e in attesa di essere riavviato all'espulsione, il bosniaco aveva chiesto ai familiari di portargli alcuni vestiti per i giorni che avrebbe trascorso nelle strutture dell'Arma.

In caserma si sono presentate così la madre 52enne, la sorella e la moglie dell'arrestato, giunte a bordo del furgone. Dopo aver consegnato gli effetti personali ai carabinieri, le tre donne sono rimaste nel parcheggio, a bordo del furgone, un paio di ore. Rimuginando tutta la loro rabbia fino a partorire l'ardito e folle piano.

Alle 4 il furgone è stato messo in moto e la madre del giovane, alla guida, lo ha lanciato a tutta velocità contro la recinzione.

I carabinieri sono usciti nel piazzale davanti alla caserma e hanno fermato le tre responsabili.

«Qui i delinquenti hanno vita breve» ha commentato il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano (Forza Italia) ringraziando i carabinieri.

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