"Mamma Isis" arrestata ora è in Italia con i bimbi. "Non saranno jihadisti"

Dal Lecchese alla Siria con il marito per l'Isis. Lui è morto, i piccoli "contenti" di tornare

"Mamma Isis" arrestata ora è in Italia con i bimbi. "Non saranno jihadisti"

«Allegrissimi, felici di tornare in Italia»: così hanno descritto i quattro bambini di Alice Brignoli i carabinieri che li hanno riportati a casa. Madre e figli di 11, 9, 7 e 3 anni (il più piccolo è nato in Siria) sono sbarcati a Linate nella notte di lunedì provenienti dal campo di detenzione di Al-Hawl. Stanno bene, mentre il marito della donna, Mohamed Koraichi, è morto un mese fa nello stesso campo. Alice Brignoli, 42 anni di Bulciago nel Lecchese, è accusata di associazione con finalità di terrorismo internazionale e ora è a San Vittore. I figli sono in una comunità protetta, affidati ai servizi sociali del Comune di Milano.

Alice Brignoli, italiana convertita all'islam e radicalizzata, era partita nel febbraio del 2015 con tutta la famiglia e il marito, un italiano di origini marocchine di otto anni più giovane. Dopo quattro giorni di viaggio in auto, erano arrivati nel Califfato, dove si erano messi a disposizione dell'Isis come combattenti per la jihad. «Le indagini - spiega il procuratore Francesco Greco - duravano da oltre quattro anni e non si sono mai fermate. A dimostrazione che consideriamo quella del terrorismo islamico una minaccia costante».

Portare con sé i tre figli maschi è stata per i coniugi foreign fighter una scelta precisa. «Nel loro fanatismo - sottolinea il capo del pool anti terrorismo della Procura, Alberto Nobili, che ha coordinato l'inchiesta insieme al pm Francesco Cajani - i bambini erano futuri combattenti». Una «merce» preziosa per l'Isis, manovalanza per la guerra nel nome di Allah. «Il più grande, che allora aveva 6 anni, fu subito portato nei campi di addestramento». Dopo la caduta del Califfato, nella primavera del 2019, i guerriglieri e i figli finiscono ad Al-Hawl, sotto la sorveglianza dei curdi e degli Usa. Che ne è di quegli adulti votati alla jihad e soprattutto dei loro bambini, spesso orfani? «Per noi, il terrorismo si combatte anche con azioni umanitarie - continua Nobili -. Questa è una bella storia, perché abbiamo riportato alla vita quattro bimbi, oltre alla loro madre. E abbiamo salvato quattro probabili futuri terroristi. Nel campo siriano ci sono altri italiani come Alice Brignoli e ci sono tra i 40 e i 60mila orfani. Ce ne dobbiamo occupare, farli tornare. Anche se altri Paesi europei hanno deciso di non farlo... Grazie al Ros che non ha mai mollato. Altri recuperi sono in corso».

Così scriveva il gip Manuela Cannavale nell'ordinanza a carico di Brignoli dell'aprile 2016: «Condivide i propositi e gli ideali del marito con molto entusiasmo», ha «addestrato e indottrinato» i suoi figli ed era tanto fiera da impostare come immagine di profilo la loro foto in mimetica e con il dito alzato verso il cielo. L'operazione di recupero si è svolta in collaborazione con l'Fbi, le autorità curde, il ministero degli Esteri e l'Aise. Il comandante del Ros, generale Pasquale Angelosanto, spiega che «l'Isis controlla ancora alcune zone del campo e in particolare punta ad addestrare e arruolare i bambini rinchiusi lì, dove sono a contatto con l'esempio di numerosi irriducibili. I recuperi dei minori sono un modo per disinnescare la minaccia grave di rientri in Europa di futuri combattenti armati. Lo scopo è sia umanitario sia di sicurezza».

I carabinieri hanno preso in consegna Alice Brignoli e i figli dai curdi e hanno accertato che il marito è morto per una infezione intestinale.

I bambini saranno aiutati a superare i traumi della guerra e seguiranno un percorso di deradicalizzazione. La donna è apparsa serena durante il viaggio e contenta per i figli. L'aspettativa degli inquirenti è che fornisca elementi utili sulla vita nel campo e sulla presenza di altri foreign fighter italiani.

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