Cronache

"La mamma di Loris aiutata da un complice" Sospetti su tre persone

Secondo gli investigatori avrebbe chiamato qualcuno per liberarsi del cadavere del figlioletto. Formalmente, però, non ci sono ancora indagati

"La mamma di Loris aiutata da un complice" Sospetti su tre persone

Ragusa - Le indagini sull'omicidio di Loris Stival, il bimbo di 8 anni soffocato e gettato in un canale a Santa Croce Camerina, nel Ragusano, potrebbero essere a una svolta. Clamorosa. Gli investigatori indagano infatti su tre persone sospettate di avere aiutato la mamma, Veronica Panarello, finora unica accusata di avere ucciso il figlio maggiore ed essersi disfatta del corpo. I tre sospettati ufficialmente non ancora indagati) abitano nello stesso paese. Sui nomi vige il massimo riserbo. L'ipotesi più plausibile è che l'eventuale complice sia subentrato in un secondo momento per sbarazzarsi del corpo, anche se non è ancora accantonata l'ipotesi che potesse essere presente al momento del delitto.

I movimenti da casa Stival e nei pressi della palazzina nella giornata dell'omicidio, il 29 novembre, e nei giorni precedenti sono stati ricostruiti minuto per minuto. Da chi entra a chi esce dalla casa e perché lo ha fatto. A rivelare l'identità del complice potrebbero essere i dati di WhattsApp e Facebook scambiati da Veronica in quei 36 minuti in cui, per l'accusa, è rimasta sola in casa con Loris. Con chi ha parlato e di cosa? La risposta non dovrebbe tardare. Veronica potrebbe avere incontrato il complice per dargli il corpo di Loris prima di dirigersi a Donnafugata dove doveva seguire un corso di cucina.

Domani inizierà la prova di «resistenza» su quanto emerso sinora, racchiuso in quel quadro indiziario contro Veronica che ha convinto il gip prima e il Riesame di Catania poi ad arrestarla. Le motivazioni per cui Veronica è stata lasciata in carcere potrebbero essere depositate la prossima settimana e comunque non oltre fine gennaio. Da domani si cercherà, in pratica, di ricostruire la vicenda partendo dalle dichiarazioni della mamma, mettendo da parte la tesi accusatoria. Come ha fatto Loris ad arrivare al canalone? È la domanda chiave.

Sarà presto sentita la prozia Antonella Stival che vorrebbe venisse esaminato il Dna dei familiari e degli amici di famiglia. Una richiesta che non regge, visto che non è stato trovato alcun Dna da confrontare. La Procura intende comunque chiarire gli eventuali sospetti della donna.

Resta ancora indagato, invece, il cacciatore Orazio Fidone, che trovò il corpicino. Fu inscritto nel registro come atto dovuto, per effettuare accertamenti irripetibili su auto e vestiti, ma, malgrado non sia emerso nulla, su di lui sembra pesare ancora qualche dubbio. Davvero andò in quel campo solo per intuito?

Dal carcere Veronica continua a professarsi innocente. Lo ha fatto anche dinanzi al marito, Davide, andato qualche giorno fa farle visita per la prima e forse unica volta chiedondole se stesse coprendo un amante. «Se continui con questa versione – le ha detto – non posso più tornare». Quella mancata ripresa da parte delle telecamere di Veronica che accompagna Loris a scuola, hanno convinto Davide che qualcosa non torni.

«Andremo a processo» – dice il difensore, Francesco Villardita, che contesta l'ora della morte, avvenuta per il medico legale tra le 9 e le 10. Un orario che il perito della difesa invece posticipa scagionando Veronica. A supporto della sua tesi c'è la mancata misurazione della temperatura rettale sul cadavere, che comunque non poteva essere presa visto il sospetto di un abuso sessuale. Violenza, questa mai avvenuta: si trattava di un depistaggio.

Chi ha gettato Loris nel canale gli ha tolto gli slip e gli ha fatti sparire con lo zaino.

 

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