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"Mamma mia". Salvini ora teme un asse M5s-Pd Oggi il vertice del centrodestra

Il segretario del Carroccio ribadisce: "O un governo serio o si torni al voto". Attesa per il summit tra alleati ad Arcore

"Mamma mia". Salvini ora teme un asse M5s-Pd Oggi il vertice del centrodestra

Roma - Alza gli occhi al cielo. E si abbandona a un lamento a metà strada tra lo sconsolato e l'ironico e che poi riporta alla lettera sulla sua bacheca di Facebook: «Un governo Di Maio-Renzi? Un patto di ferro tra 5Stelle e Pd? Mamma mia!» Matteo Salvini non si scompone e legge nell'apertura del leader grillino al vecchio nemico (Renzi) l'effetto diretto della mossa che ha visto il centrodestra ricompattarsi al punto da annunciare una delegazione comune per la prossima visita a Mattarella. Salvini continua a ripetere che il 37% dei consensi porta il centrodestra a essere un interlocutore imprescindibile per le consultazioni. Insomma si riparte da un aut aut. «O si sceglie un governo serio o si torna al voto». Un linguaggio più che comprensibile per l'anima populista dei Cinque Stelle, con la quale la Lega continua ad avere molti punti in comune.

Il leader del Carroccio, quindi, viaggia sereno su un treno di certezze. La prima è ovviamente la forza della coalizione di cui fa parte. Coalizione, tra l'altro, che proprio oggi riunirà i suoi vertici a Milano (con Berlusconi e la Meloni) per concordare la posizione e le proposte da presentare al presidente Mattarella nel prossimo giro di consultazioni. La seconda certezza è che un'alleanza Renzi-Di Maio sbriciolerebbe il consenso del movimento grillino. E su queste premesse l'alleanza non andrebbe lontano e costringerebbe il Paese a tornare al voto al più presto. Ipotesi questa che non soltanto Salvini non esclude ma che, anzi, auspica. L'elettorato finirebbe - spiegano alla Lega - per bocciare questa inversione a U del Movimento grillino. Inversione che avrebbe l'effetto contrario di premiare - in un nuovo appuntamento elettorale - proprio la coerenza della proposta del centrodestra. «Sto facendo e farò tutto il possibile per cambiare questo Paese - scrive lo stesso Salvini su Facebook -, con coerenza, serietà e onestà, ascoltando tutti. Una cosa è certa: o nasce un governo serio, per ridare lavoro, sicurezza e speranza all'Italia, oppure si tornerà a votare, e noi stravinciamo. Buona giornata Amici, contate su di me, io conto su di voi».

E anche l'Unione Europea è avvertita. Il prossimo governo, rassicura il segretario della Lega, porrà come primo obiettivo il benessere degli italiani. «Se l'Unione europea - tuona Salvini - chiederà ancora sacrifici, precarietà e tagli, la risposta di Palazzo Chigi sarà: no grazie!» Un monito che sembra rispondere anche ai paletti posti dallo stesso Mattarella. Il Quirinale chiede un esecutivo che garantisca il rispetto dei trattati Ue e il mantenimento della politica di austerità.

I dirigenti della Lega, quindi, continuano a lavorare per ricucire lo strappo provocato dalla cosiddetta strategia dei «due forni» riproposta da Di Maio. E avvertono che l'alleanza con il partito di Renzi e della Boschi tradirebbe il patto con gli elettori che hanno sostenuto il movimento Cinque stelle. Inoltre Salvini, confermano i suoi, non accetta veti da parte di nessuno, continuando a chiedere al suo interlocutore privilegiato un passo indietro. Soprattutto è inutile, avverte Salvini, costruire le premesse di un accordo indebolendo le alleanze (quella del centrodestra) o i partiti avversari (il Pd, ma senza renziani). Con questo metodo Di Maio non può andare lontano.

Meglio ritornare al tavolo delle trattative e ripartire da un confronto diretto e schietto. Un confronto che Di Maio ha già ipotizzato ieri durante la convention di Ivrea. Un confronto, però, che il leader dei Cinque Stelle vorrebbe giocato con le sue carte (il celeberrimo metodo streaming, usato però soltanto a fasi alterne, insomma quando fa comodo intimorire l'avversario).

Anche di questo, forse, Salvini parlerà oggi con i suoi alleati.

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