Mandelli: "Così il fattore Omicron cambierà i riti dell'Aula"

Il vicepresidente della Camera svela i preparativi per la seduta comune: "C'è l'opzione di un solo voto al giorno"

Mandelli: "Così il fattore Omicron cambierà i riti dell'Aula"

La variante Omicron è il convitato di pietra, l'ospite inatteso dell'elezione del nuovo capo dello Stato. Con i contagi che sforano ormai quota 170mila e un picco della pandemia previsto da alcuni osservatori attorno a metà gennaio, le votazioni per il successore di Sergio Mattarella - il cui inizio è stato fissato per il 24 gennaio - rischiano di essere fortemente influenzate dal fattore Covid.

Che cosa accadrà in occasione della chiama? Quanti saranno gli assenti, i lungodegenti e i positivi last-minute? Si procederà a Camere alterne, facendo votare i deputati la mattina e i senatori e i consiglieri regionali il pomeriggio? E cosa accadrà in occasione del giuramento del nuovo presidente della Repubblica, quando si dovrà decidere chi escludere e tenere lontano dall'aula dei 1.009 grandi elettori? Andrea Mandelli, vicepresidente della Camera, è tra coloro che dovrà stabilire le regole di accesso e i meccanismi delle votazioni.

Onorevole Mandelli, è stata fissata ufficialmente la data dell'inizio delle votazioni alla Camera per il nuovo capo dello Stato. Come affronterete il pericolo Covid e la variante Omicron?

«Non è il primo voto in presenza che affrontiamo con il Covid: nel corso della sessione di bilancio, ad esempio, in Aula alla Camera hanno votato contemporaneamente 500 deputati. Certamente, sarà una situazione più delicata per via dell'elevato numero degli elettori, ma con una organizzazione puntuale, che preveda anche il ricorso a scaglionamenti, riusciremo a garantire una votazione che rispetti al contempo la rappresentatività in un voto così importante e la tutela della salute».

Esiste il rischio che le assenze possano influenzare l'esito del voto e danneggiare il valore, la rappresentatività come lei dice, dell'elezione?

«Credo che sia necessario attendere per avere un quadro delle assenze. Le norme per la quarantena da contatto con positivi sono già state cambiate e sono meno restrittive. È presto per parlare di un fattore Omicron in grado di cambiare il corso delle decisioni e delle votazioni».

Esiste però il problema di assicurare il necessario distanziamento tra i grandi elettori. È plausibile prevedere la riduzione a una sola chiama, e quindi a una sola votazione, al giorno?

«Sarà certamente possibile garantire il necessario distanziamento, proprio come è stato fatto finora. Ed è certamente plausibile che si possa procedere con una sola votazione al giorno. La presidenza della Camera, i questori e tutto l'Ufficio di presidenza sono al lavoro per individuare le migliori modalità. Fino a oggi le scelte fatte hanno consentito il regolare svolgimento dei lavori, anche nei giorni del lockdown. Sarà così anche per un passaggio importantissimo come l'elezione della più alta carica dello Stato».

Allo stato attuale avete un'idea di massima della percentuale di grandi elettori che potrebbero non partecipare al voto per ragioni di salute?

«Si voterà tra circa venti giorni, dunque al momento non è possibile prevedere eventuali assenze. Esattamente come per tutti i cittadini, anche per i grandi elettori la vaccinazione e il rispetto delle norme comportamentali, dalle mascherine al distanziamento, fino all'igiene delle mani, sono elementi fondamentali per tenersi il più possibile al riparo dal rischio di contagi. Non esiste il rischio zero, ma con i vaccini e le giuste precauzioni possiamo contenere di molto le probabilità di una diffusione del virus».

È ipotizzabile far votare la mattina i deputati e il pomeriggio i senatori e i delegati regionali? E il giuramento del nuovo presidente, che si fa per consuetudine con i grandi elettori riuniti in Aula, potrebbe avvenire secondo modalità differenti rispetto al passato?

«Sono tutte possibilità sul tavolo, che sono state prese in considerazione e che verranno valutate. I questori della Camera hanno gestito in maniera eccellente tutte le criticità che si sono poste in questi mesi, in accordo con l'Ufficio di presidenza. Non ho perciò dubbi che ogni opzione che garantisca la salute di chi voterà e dei dipendenti sarà valutata con grande attenzione.

È probabile che le consuetudini che abbiamo conosciuto fino alla passata votazione del presidente della Repubblica debbano essere parzialmente riviste. Inutile ripetere che siamo in un momento storico particolare, ma ogni scelta sarà assunta avendo come stella polare il doveroso senso di responsabilità che il momento richiede».

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