Milano - Non solo Porta a Porta, Politics, La Gabbia, Italia, Quinta colonna, Piazza Pulita, Di Martedì, Matrix, Sì o No. E poi ci si mettono pure i social a peggiorare le cose. Ieri da Torino, in diretta Facebook, la solita intervista sdraiata di Massimo Gramellini a Matteo Renzi. La gente non ne può già più, e al 4 dicembre, data del referendum, mancano ancora due mesi pieni zeppi di discorsi. La nausea cresce. Renzi ha un appuntamento col destino, il suo. Per quanto possa sfacciatamente negarlo, il premier sa, anche perché l'ha voluto lui, che quello non sarà un referendum come gli altri, ma un voto politico su di lui e sull'operato del suo governo. «Sì» o «No» a Renzi (non alla riforma), che nel frattempo invade i palinsesti televisivi e spende 400mila euro per il guru della comunicazione americano affinché dirotti gli indecisi sul «Sì». I sondaggi fotografano una forbice, tra il «Sì» e il «No», di 3-4 punti in favore di quest'ultima opzione. Il sondaggista Renato Mannheimer si spinge addirittura a 10.
Professore, è vero che aumenta la nausea da referendum?
«La gente è disinteressata dalla politica in generale. Quindi più che nausea al referendum, la chiamerei nausea alla politica, che non interessa più alla gente».
Un bene?
«No, non è un bene. Quando la gente vede una trasmissione politica cambia canale. Si figuri che ormai hanno maggiore audience i delitti e la cronaca rosa».
E riguardo al referendum?
«All'interno del dibattito politico, naturalmente, in questo periodo rientra il referendum. Non so se la gente sia nauseata, ma di sicuro l'argomento è talmente difficile che in pochi lo capiscono. E quei pochi sono più interessati alla battaglia pro o contro Renzi, piuttosto che alle ragioni di merito della riforma».
D'altronde è Renzi stesso ad averlo personalizzato...
«Sì, infatti. Ed adesso è impossibile spersonalizzarlo».
E quale fronte avvantaggerà, secondo lei, la nausea che trasmette questo dibattito tra «Sì» e «No»?
«Sicuramente il fronte dell'astensione che è già molto avvantaggiato di per sé. Però secondo me assisteremo ad un incremento dell'attenzione con l'avvicinarsi della data. Perché, come dicevamo, non si tratta di una normale consultazione referendaria ma quasi di un'elezione politica. Per questo, a fine novembre, il clima si farà elettrico e assisteremo ad una maggiore partecipazione anche da parte della gente».
E secondo le sue indagini chi vincerà?
«Il No è al 55% e il Sì al 45%. Ma tra questi ci sono ancora tanti indecisi. Il No è più frammentato perché racchiude in sé anime più eterogenee ma nello stesso tempo raduna più gente. Di sicuro avvertiamo una forte propensione al No tra i giovani e una forte propensione al Sì tra gli abituali elettori del Pd. Invece la propensione al No si conferma tra i cinquestelle e nella Lega Nord. In Forza Italia la maggioranza voterà No ma tra questi elettori è ancora aperto un dibattito».
Perché secondo lei?
«Perché aspettano che Silvio Berlusconi, quando starà meglio e rientrerà in partita, prenda una decisione netta».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.