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La "manovra" delle multe: mezzo miliardo all'anno. E paga quasi solo il Nord

Nei capoluoghi di regione 547 milioni. A Milano 111 euro per cittadino, a Roma 48 e a Napoli 9

La "manovra" delle multe: mezzo miliardo all'anno. E paga quasi solo il Nord
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L'Italia è una repubblica fondata sulle multe. I venti comuni capoluogo di provincia (anzi diciannove, perché manca Campobasso) hanno fatturato nel 2022 oltre mezzo miliardo di euro, 547 milioni di proventi arrivati dalle contravvenzioni per violazioni al codice della strada. E probabilmente se si considerano tutti i 7.901 comuni italiani il dato si può tranquillamente raddoppiare. Un dato in pronunciata crescita, il 37,4 per cento in più rispetto all'anno precedente, che però era stato contrassegnato da una mobilità ridotta a causa delle limitazioni ancora vigenti a causa della pandemia. Una piccola manovra finanziaria basata sulle manovre illegali degli automobilisti. Con qualcosa più di un sospetto che alcuni comuni utilizzino le contravvenzioni come una leva per fare cassa e sistemare i bilanci.

Dai dati elaborati da Codacons e basati sulla rendicontazione dei proventi delle multe stradali che, per legge, gli enti locali devono presentare al governo entro il 31 maggio di ogni anno (ma Campobasso non ha rispettato la scadenza) emerge che la città che l'anno scorso ha incassato di più dalle sanzioni per violazione al codice della strada è Milano, con 151,5 milioni. Al secondo posto ecco Roma, con 133 milioni, molto distaccate ci sono Firenze (46 milioni), Bologna (43 milioni) e Torino (40 milioni), anche se quest'ultima ha più del doppio dei cittadini delle altre due. In fondo alla classifica dei capoluoghi di provincia invece la piccola Aosta con 917mila euro e Catanzaro, con poco più di 812mila euro incassati nel 2022. Ma altri capoluoghi di provincia fanno peggio, come Enna (131,561 euro) o Isernia (238.094).

La verità è che esistono tre Italie delle multe, corrispondenti alle diverse macroaree geografiche del Nord, del Centro e del Sud, fotografate dalle tre principali città italiane: a Milano ogni cittadino paga 111,91 euro all'anno di contravvenzione, a Roma 48,42 euro e a Napoli (dove nel 1022 si sono incassati appena 8,8 milioni) 9,69. Cifre molto differenti, che certo non si spiegano con un maggiore rispetto del codice della strada da parte dei cittadini delle tre metropoli. Basta aver guidato nelle tre città per sapere bene - al netto di ogni pregiudizio - come a Roma e a Milano ci sia un rapporto decisamente più creativo con il parcheggio, con i semafori, con le strisce pedonali. Quindi un simile squilibrio è spiegabile maggiormente con la differente severità da parte delle differenti polizie municipali e con il differente tasso di evasione: i dati infatti sono quelli delle multe incassate, non di quelle irrorate. Insomma: i cittadini di Milano devono essere orgogliosi dell'inflessibilità della loro amministrazione o sono autorizzati a sentirsi dei tartassati? La seconda che abbiamo detto, probabilmente.

Anche perché c'è un aspetto del dossier multe che non va giù agli automobilisti: l'uso degli autovelox, strumenti ai limiti della legge, che da dodici anni aspettano una precisa regolamentazione, come fa notare Simone Baldelli, ex deputato di Forza Italia e nella precedente legislatura presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori. Una deregulation che spinge molti comuni a usare le telecamere antivelocità come veri e propri bancomat. La regina degli autovelox è Firenze, con un incasso pari a 23,2 milioni di euro nel 2022 a causa dei piedi un po' troppo pesanti. Al secondo posto c'è Milano con 12,9 milioni e Genova con 10,7 milioni, dove Assoutenti parla di una vera e propria «tassa occulta per gli automobilisti genovesi».

Molto indietro Roma, con 6,1 milioni di incassi da autovelox, e ancora più ridicolo il caso di Napoli, con appena 18.700 euro incassati da autovelox. La metà del piccolo comune di Olgiate Olona, nel varesotto: 12.548 abitanti e 37.318 euro incassati con le infrazioni ai limiti di velocità.

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