In queste ore calde per il governo che deve fare i conti con le critiche dopo il varo della nota di aggiornamento del Def, arriva la "mediazione" di Giancarlo Giorgetti. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio prova a buttare acqua sul fuoco: "Nessuna forzatura, sono sicuro che con il Quirinale ci sarà un dialogo e un’interlocuzione continua da parte del presidente Conte. Ma è anche giusto che il primo Def proietti quelle scelte innovative sulla prossima legge di bilancio. Dopo di che, se qualcosa non funzionerà, saremo pronti a intervenire anche prima della stesura definitiva della manovra e della sua approvazione. Ci è chiara l’esigenza della sostenibilità del debito, ma pensiamo che lo si possa sostenere solo se si creano più che in passato ricchezza e sviluppo".
Poi il leghista parla anche delle reazioni dei mercati e di quello che potrebbe accadere: "Dall’esperienza dobbiamo trarre insegnamenti. Nel 2011 abbiamo assistito a una sorta di complotto contro il nostro Paese, un’azione convergente per provocare la crisi finanziaria. Se questo governo è inviso a certi ambienti può darsi che qualcuno lo voglia mettere in difficoltà, a prescindere dal 2,4 per cento. E allora ricordiamoci che dobbiamo pur andare sui mercati, a vendere i titoli di Stato. Possibilmente con interessi accettabili. E dobbiamo fare in modo che qualcuno, quei titoli, li compri", afferma a Repubblica.
Infine ribadisce l'ipotesi che qualche aggiustamento sulla manovra potrebbe arrivare: "Sappiamo bene che un rischio c’è. Ma è stato ponderato. E contemperato con la fiducia degli elettori», e il deficit al 2,4% è una «mossa di politica economica, certamente innovativa» ma «se qualcosa non funzionerà, ripeto, interverremo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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