C’è ma non si vede. È lo scontro tra il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria.
Conte, secondo quanto riportato da La Stampa, avrebbe voluto intestarsi l’accordo raggiunto con Bruxelles come un successo “tutto politico”, mentre dal ministero dell’Economia si è parlato di correzione “tecnica” anche se l’ultimissima mail è stata spedita dal presidente del Consiglio. Lettera che Conte ha inviato al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker per dare le ultime garanzie sui conti pubblici dei prossimi tre anni. E la telefonata decisiva che ha evitato la procedura di infrazione sarebbe stata quella tra Conte e il commissario con Valdis Dombrovskis a cui il premier italiano avrebbe spiegato l’impossibilità di “toccare ulteriormente pensioni e reddito di cittadinanza”. Conte, dal canto suo, ha dovuto accettare una previsione di crescita del Pil dall’1,5 (anziché dell’1 per cento) e, come ulteriore aggiustamento, avrebbe accettato l’introduzione della web tax che doveva entrare in vigore già nella scorsa legislatura. Il leghista Giulio Centemero, che aveva presentato un emendamento (poi ritirato) per introdurre la web tax, ha spiegato all'Agi che l'imposta entrerà nella legge di Bilancio come annunciato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte in Senato ma i dettagli sono ancora da definire.
Dovrebbe avere un'aliquota inferiore al 6% ma pare difficile che la web tax possa partire già dal primo gennaio, più probabile ad aprile. Il governo, infine, si è impegnato ad aumentare le dismissioni immobiliari e ha confermato il blocco dell’adeguamento all’inflazione delle pensioni superiori a 1.500 euro.
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