Economia

Manovra, ora il governo vuole cambiare le regole di quota 100

Tra le proposte al vaglio del governo per la manovra spunta una revisione di quota 100: chi andrà in pensione con questa formula non potrà più arrotondarla con una seconda attività: un modo per procacciare nuove risorse

Manovra, ora il governo vuole cambiare le regole di quota 100

Le pensioni nel mirino del governo. Mentre il premier Giuseppe Conte assicura che la manovra sarà "espansiva", a poche ore dalla nota di aggiornamento al Def continua la caccia dell'esecutivo alle risorse necessarie per disinnescare il paventato aumento dell'Iva. In questo momento, all'appello mancano ancora 7 miliardi di euro. Senza contare, tra le altre cose, la necessità di mantenere il rapport deficit/Pil entro il 2,2%, con un occhio anche ai prossimi anni. Ecco perché tra i provvedimenti su cui si sta lavorando, in queste ore starebbe avanzando l'ipotesi di una revisione di quota 100, uno dei capisaldi economici del precedente governo.

Come scrive il Corriere della Sera, il meccanismo introdotto dal Conte I che permette di andare in pensione quando la somma tra età anagrafica e anni di contributi è pari a 100, rischia di essere pesantemente azzoppato. Infatti, come prevede il relativo decreto varato l'anno scorso e voluto dalla Lega, chi usufruisce di quota 100 può arrotondare la pensione con una seconda attività, a patto che non frutti più di 5 mila euro lordi l'anno. Il governo pensa di azzerare questa soglia. Dunque, chi decide di ritirarsi con quota 100 non potrebbe più contare su questa seconda entrata. In questo modo, il governo punta a ridurre il numero di domande, che già quest'anno sono state inferiori alle attese. In ogni caso, spiega ancora il Corriere, il divieto di arrotondamento non scatterebbe l'anno prossimo ma nel 2021. Insomma, con questa proposta i giallorossi svuoterebbero parte del provvedimento voluto dalla Lega. L'obiettivo? Scoraggiare i pensionamenti per non aggravare i conti dell'Inps. Sulla falsariga della vecchia legge Fornero.

Intanto, tra coloro che si dicono preoccupati per la manovra dell'esecutivo ci sono anche le organizzazioni di categoria. Confcommercio chiede "una riduzione netta della pressione fiscale complessiva. Sarebbero dunque errate scelte di incremento delle aliquote Iva con un impatto economico certamente recessivo". Mentre Confesercenti si dice "enormemente preoccupata" per "gli aumenti di imposta sui consumi e sulle famiglie prospettati in questi ultimi giorni", che tra "tasse sul contante, taglio delle agevolazioni sul carburante e incrementi selettivi Iva", potrebbero nascondere "una stangata di oltre 5 miliardi di euro".

Finendo per depotenziare la carica "espansiva" - citando le parole del premier - della manovra.

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