Manovra, taglio all'Irpef e più sanità

Approvato il Dpfp: Pil tagliato a +0,5% quest'anno, ma il deficit torna nei parametri

Manovra, taglio all'Irpef e più sanità
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Fisco, famiglie e lavoro. Sono queste le tre direttrici sulle quali si concentrerà la legge di Bilancio, secondo quanto reso noto dal ministero dell'Economia al termine del Consiglio dei ministri di ieri che ha approvato il Dpfp. La manovra, si legge nel comunicato, "darà luogo a una ricomposizione del prelievo fiscale riducendo l'incidenza del carico sui redditi da lavoro e si garantirà un ulteriore rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, con particolare attenzione ai redditi medi, e darà seguito agli interventi sulla natalità e sulla conciliazione vita-lavoro". In programma anche "specifiche misure volte a stimolare gli investimenti delle imprese e a garantirne la competitività", come richiesto da Confindustria.

"Confermiamo la linea di ferma e prudente responsabilità che tiene conto della necessità della tenuta della finanza pubblica nel rispetto delle nuove regole europee e delle imprescindibili tutele a favore della crescita economica e sociale dei lavoratori e delle famiglie", ha commentato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Nessun riferimento, invece, al capitolo pensioni, segno che non c'è intenzione di stravolgere i meccanismi della Fornero (come anticipato dal Giornale di ieri).

Il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), che sostituisce la Nadef prevede per quest'anno un deficit al 3% del Pil, in miglioramento rispetto alla stima del 3,3% di aprile contenuta nel Dfp. Un dato che consente al governo di presentarsi a Bruxelles con l'obiettivo di uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo, con un anno di anticipo rispetto a quanto ipotizzato in primavera. Nel 2026 il rapporto deficit/Pil è fissato al 2,8%, per poi scendere al 2,6% nel 2027 e al 2,3% nel 2028. Nel Dpfp si dà anche conto dell'incremento dello 0,15% nel 2026, dello 0,3% nel 2027 e dello 0,5% nel 2028 da destinare alle spese della difesa (12 miliardi cumulativi). Tale incremento, si precisa, "è subordinato all'uscita dalla procedura" di extradeficit.

Sul fronte della crescita, le nuove stime sono caute: Pil allo 0,5% nel 2025, allo 0,7% nel 2026, allo 0,8% nel 2027 e allo 0,9% nel 2028. Valori lievemente rivisti al ribasso rispetto al Dfp di aprile, quando si ipotizzava +0,6% quest'anno e +0,8% il prossimo. Lo scenario resta influenzato da un contesto geopolitico incerto, ma il governo segnala margini di miglioramento grazie alla spesa primaria netta e a un possibile effetto espansivo di un decimale derivante dalla manovra. Il tasso di crescita del valore del Pil programmatico si attesta per il 2026 allo 0,7%; nel 2027 allo 0,8%; nel 2028 allo 0,9%. Il tasso di crescita tendenziale risulta pari allo 0,7% nel 2026 e nel 2027 e allo 0,8% nel 2028. Insomma, le leggi di Bilancio non dovrebbero essere restrittive anche se la spinta propulsiva sarà contenuta. Il Dpfp affronta anche il nodo del debito pubblico: dopo i picchi legati al Superbonus, il rapporto rispetto al Pil è previsto in calo, fino al 136,4% nel 2028, un livello inferiore alle proiezioni del Programma di stabilità (nel 2026 sarà inferiore al 137,8% stimato ad aprile).

Il documento, che sarà inviato a Bruxelles e alle Camere (già calendarizzato in Aula il 9 ottobre), rappresenta il primo passo verso la quarta legge di Bilancio

del governo Meloni. Dopo il Dpfp, infatti, toccherà al Documento programmatico di bilancio, atteso entro il 15 ottobre a Bruxelles, e quindi alla manovra vera e propria, che dovrà arrivare alle Camere entro il 20 del mese.

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