Marino sotto tutela: Gabrielli badante e una renziana ai conti

Al prefetto il compito di raccordo col Comune. E a gestire il debito arriva l'ex assessore Scozzese, già entrata in collisione col sindaco

L a formula per indorare la pillola è stata trovata: «modello Expo». A Roma si farà come si fece a Milano, affidando i poteri di supervisione al prefetto Gabrielli, in vista del Giubileo.

Renzi ha firmato il decreto che dà a Gabrielli il compito di «raccordo operativo» con il Comune. E ha anche nominato commissario alla gestione del debito della Capitale Silvia Scozzese, l'ex assessora renziana entrata in collisione con Marino. Un raffinato dispetto al sindaco, che sente telefonicamente Gabrielli, e fa sapere da oltreoceano di essere «soddisfatto per le decisioni del governo»

«Non ci sentiamo commissariati noi, come non si sentirono commissariati Pisapia e Maroni», dice l'assessore romano alla Legalità Alfonso Sabella, cui ieri - in assenza di Marino - è toccato fare il giro delle tv per dare la versione del Campidoglio. La versione del governo è stata invece affidata al ministro dell'Interno Alfano e al sottosegretario di Palazzo Chigi De Vincenti: Renzi, al termine del Consiglio dei ministri, si è ritirato nei suoi uffici e ha mandato loro in sala stampa. Nessuno scioglimento per mafia della Capitale, opzione palesemente impercorribile: «Sulla base degli elementi forniti nella relazione del prefetto Gabrielli, abbiamo proposto lo scioglimento di un municipio, quello di Ostia», ha annunciato Alfano. Che ha poi spiegato che Gabrielli è stato incaricato di «pianificare insieme al sindaco interventi di risanamento in otto ambiti, in particolare nei settori dell'amministrazione risultati più compromessi con Mafia Capitale: il verde pubblico e l'ambiente, l'emergenza abitativa, l'immigrazione, i campi nomadi». Nessun «commissariamento», assicurano dal governo, ma «un ruolo di raccordo operativo con il comune analogo a quello che il prefetto di Milano svolge su Expo», ha aggiunto De Vincenti.

La sostanza, però, resta quella che Matteo Renzi aveva deciso da tempo e che da tempo era nota: il sindaco della Capitale viene messo sotto tutela e avrà bisogno del timbro del Prefetto anche per le operazioni di “ripulitura” delle Direzioni comunali più inquinate. Operazioni che, dicono nella stessa giunta, prefetto o non prefetto resteranno difficilissime, e non certo per mancanza di volontà da parte del Campidoglio: «Il problema - spiegano - non è la rotazione dei dirigenti, che già abbiamo in parte messo in atto. L'inquinamento è molto più esteso, anche ai livelli bassi dell'apparato comunale: occorre incidere in profondità, e bisognerebbe poter buttare fuori le mele marce». Facile da dire, difficilissimo da fare, vista la legislazione sul lavoro nella Pubblica amministrazione: «Noi licenziamo, ma appena il licenziato fa ricorso al giudice del Lavoro, quello lo reintegra. Con tanti saluti al prefetto».

Quanto al Giubileo, gli appalti - con tempi «dimezzati» per le gare, vista l'urgenza - li farà il Comune, con la supervisione dell'Anac diretta da Raffaele Cantone. «Il governo è convinto che Roma ce la possa fare e ce la farà», dice ottimista il sottosegretario De Vincenti. E assicura - promessa o minaccia che sia alle orecchie di Marino - che «il governo affiancherà il Comune, perché siamo tutti consapevoli che il successo del Giubileo è il successo del Paese».

Quanto all'assenza del sindaco, la risposta è diplomatica: «Il Comune di Roma è stato perfettamente attivo, con il vicesindaco Causi che svolge al meglio il suo compito». In attesa che il sindaco rientri, al Campidoglio si rimboccano le maniche: «Ora la palla è tutta nostra - dice l'assessore alla Mobilità Stefano Esposito - se sbagliamo non ci sono giustificazioni».

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