Mario "l'Africano" dribbla trappole interne ed esorcizza le urne

Fitta agenda di Draghi alla ricerca del gas. Letta e Salvini garantiscono la legislatura

Mario "l'Africano" dribbla trappole interne ed esorcizza le urne

Prua sud est, mille chilometri, un'ora e mezzo di volo sul Mediterraneo per prendere le distanze dalla rissa romana. Il catasto può attendere, la riforma del Csm pure: adesso, spiega il premier prima di partire, ho cose importanti da fare. E cioè, bisogna stringere un accordo con l'Algeria per assicurare all'Italia una extra fornitura di nove miliardi di metri cubi di gas, che non è poco, è già un terzo di quanto importiamo dalla Russia. E poi in aprile l'agenda di Palazzo Chigi segnala altri viaggi in Congo, in Angola, in Mozambico. Mario «l'Africano» e la sua campagna per liberare il Paese dalla dipendenza energetica da Mosca: in questa cornice, il dibattito sulle percentuali per il Consiglio superiore e le dispute sulla delega fiscale sembrano polemiche lunari. Draghi tira dritto. Venti di crisi? Se davvero soffiano, non lo stanno certo spettinando.

Eppure nella maggioranza il travaglio è sempre più accentuato, i rapporti sempre più tesi. Basta sentire Enrico Letta. «Ho l'impressione che ci siano forze politiche, quelle di centrodestra che fanno casino sul catasto e la giustizia, che hanno annusato le elezioni con troppo anticipo. Le discussioni si fanno, noi stiamo al tavolo apposta, però fino a un certo punto. Non prenderemo schiaffi da tutti». Per il segretario del Pd «non si può immaginare di mettere a rischio la tenuta del governo in un simile momento», ma è chiaro che per evitare guai a guerra in corso servirà uno sforzo da entrambi i lati. Un compromesso. Non tira una buona aria. «Volete sapere se l'esecutivo arriverà fino al 2023, alla scadenza naturale della legislatura? - commenta Matteo Salvini - Io me lo auguro».

Draghi affronterà le riforme contese, che sono quelle richieste dall'Europa e che servono per ottenere i miliardi previsti dal Pnrr, in una serie di incontri bilaterali con i leader della maggioranza previsti in settimana. Giustizia, fisco, concorrenza sono tuttora questioni aperte. Intanto Mario l'Africano parte con i ministri Luigi Di Maio e Roberto Cingolani per Algeri dove vedrà il presidente Abdelmadjid Tebboune per siglare un «accordo storico» che consentirà di passare dai 21 attuali a 30 miliardi di metri cubi. La fornitura, secondo l'Eni, potrà essere disponibile già nel prossimo inverno, usando il gasdotto Transmed che taglia il Canale di Sicilia tra la Tunisia e Mazara del Vallo. «Questa intesa consentirà all'Italia di affrancarsi dai ricatti della Russia sul gas», spiega Di Maio. A stretto giro, la replica del Cremlino: «Di Maio combina il solito pasticcio. È l'Europa a ricattarci sul gas, con le sanzioni e le armi all'Ucraina, non viceversa». Quanto alla proposta di Draghi di fissare un tetto massimo al prezzo del combustibile certo non è piaciuta a Mosca.

Ora si sfruttano i buoni rapporti con Algeri, che in cambio ci chiede attenzione politica e investimenti. «Ci siamo mossi storicamente in ritardo, dovevamo diversificare prima, ma abbiamo tanti partner e amici nel mondo», dice il ministro degli Esteri.

Dopo i suoi viaggi e i contatti del premier, l'Azerbaijan ci ha aperto i rubinetti per un miliardo e mezzo di metri cubi, mente altri cinque potrebbero uscire fuori da Angola, Congo e Mozambico. Pure con l'emiro del Qatar Al Thani sono in corso trattative interessanti, ma la strada per liberarsi di Putin è ancora lunga.

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