"Ormai la frittata è fatta: il referendum greco è stato una mossa tattica e cinica che non porterà benefici al paese governato da Tsipras ma è un precedente che potrà essere cavalcato dalle forze populiste che stanno emergendo in Europa. Sono
convinto che già a novembre, quando si voterà in Spagna, i partiti che si ispirano a quel modello politico potranno riservare sorprese problematiche per l’Europa". Così l’ex premier Mario Monti, intervistato da Il Foglio.
"La vittoria del no, pur avendo rafforzato Tsipras sul piano interno, non l’ha affatto rafforzato nel negoziato con l’Europa. Questa -aggiunge Monti- sarà probabilmente più dura e rigorosa, non solo per evitare che appaia premiato chi ha violato i principi di lealtà e collaborazione tra partner, pur nelle divergenze di interessi, ma anche per evitare che il modello greco possa essere esportato".
"E non capisco davvero -insiste Monti- tutti quei commentatori che in queste ore stanno descrivendo Tsipras come se fosse un moderno eroe della democrazia. Vogliamo parlare davvero di cosa è stato questo referendum? Nelle interviste che ho rilasciato ai media greci prima di domenica non ho mai espresso, al contrario di molte personalità europee e italiane, consigli di voto perché il popolo greco ha sempre dimostrato un convinto e maturo attaccamento all’Euro".
"Ho solo detto -spiega il professore bocconiano- quali sarebbero state, a mio parere, le conseguenze di una vittoria del ’sì’ o del ’no. E quelle del ’no, come l’indebolimento della forza contrattuale della Grecia nel negoziato, si stanno verificando".
"Oggi -insiste Monti- posso aggiungere che, pur avendo salutato con fiducia l’elezione di Tsipras, questa formula di referendum precipitoso, giocato contro il ’nemicò europeo, a me pare una formula non solo cinica, ma che rappresenta il contrario del coraggio politico".
"Non l’assunzione di responsabilità da parte di un leader ma una forma di deresponsabilizzazione grave, di una politica che non vuole prendere decisioni difficili e preferisce farle prendere al popolo senza neppure dare ai cittadini il tempo e il modo per decidere con cognizione di causa. È la trasformazione della leadership in followership. Così, la democrazia va indietro, non avanti", conclude Monti.
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