Marito e moglie uccisi, giallo a Napoli

Entrambi incensurati, lui tassista: sono stati freddati a colpi di pistola in testa

Una telefonata anonima alla polizia, il cadavere di un uomo trovato in una scarpata. Poi, qualche ora più tardi, la seconda macabra scoperta. In fondo al dirupo un'altro morto, questa volta il corpo di una donna. Erano marito e moglie. E sono stati ammazzati.

È un giallo quello che ormai da quarantott'ore sta impegnando i poliziotti di Giugliano, bulimica propaggine di Napoli cresciuta città: 120 mila abitanti a poco più di venti chilometri dal capoluogo. Anche questa zona di camorra, ultimamente alla «ribalta» come uno degli epicentri della «terra dei fuochi», luogo dove cave e campi hanno per decenni ingoiato tonnellate di rifiuti tossici. I corpi di Luigi Simeone, tassista cinquantenne e della moglie Immacolata Assisi, coetanea, sono stati recuperati proprio qui, in uno di quei dirupi trasformati fino a ieri in discariche abusive. L'anonimo che ha chiamato il commissariato domenica mattina, ha indicato il punto dove andare a cercare: Cava Riconta, via Ripuaria.

In fondo al burrone, quaranta metri sotto la strada, si sono calati gli scalatori dei vigili del fuoco. Con loro i poliziotti, persino alcuni militari dell'esercito. La coppia era stata uccisa a colpi di pistola, probabilmente nella notte tra sabato e domenica. Il taxi di Simeone, una Fiat Multipla, parcheggiato a pochi metri dalla scarpata, all'interno tracce di sangue che proseguivano fino al ciglio del burrone. Vicino sette bossoli espulsi da una semiatomatica calibro 7.65. Due proiettili hanno centrato l'uomo alla fronte, la moglie è stata freddata con un colpo alla nuca. Scartata fin da subito l'ipotesi dell'omicidio-suicidio. È stata un'esecuzione, il modus operandi dell'assassino (ammesso che di una sola persona si tratti) somiglia tanto a quello dei sicari di mafia, ma ciò che si sa delle vite dei due coniugi farebbe escludere l'ipotesi. Entrambi incensurati, benvoluti. Da Napoli si erano trasferiti a Melito, in una palazzina di tre piani. Gli investigatori, come si usa dire in questi casi, si muovono a 360 gradi. Si cerca, oltre all'arma del delitto e alle chiavi dell'auto, stranamente sparite, un perché. Uno straccio di movente dal quale partire per capire a chi dare la caccia.

Luigi e

Immacolata non avevano figli e la loro morte ha gettato nello sconcerto chi li conosceva, soprattutto i tassisti di Napoli che descrivono il collega come «un uomo tranquillo ed estremamente pacato». Forse l'apparenza inganna.

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