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Maroni: “La Lega non può stare a destra. Non sono agli ordini di Salvini”

Il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, spiega la diversità della Lega rispetto al Front National e aggiunge: "La stessa Le Pen ha detto che il lepenismo è morto. E ne prendo atto con soddisfazione"

Maroni: “La Lega non può stare a destra. Non sono agli ordini di Salvini”

"La Lega non è di destra e un’altra cosa". Roberto Maroni prende le distanze da Matteo Salvini. Il presidente della Lombardia, in un'intervista a La Stampa, non rivela per chi ha votato alle primarie per il segretario ma lascia intendere non intendere abbandonare la "questione settentrionale".

"Noi - spiega Maroni - abbiamo fatto cose in Lombardia che le regioni rosse si sognano, dal bonus bebé al welfare. Cose tipiche delle politiche di sinistra. Per noi ci sono i lombardi, non quelli di destra o di sinistra". Addio, quindi, al progetto sovranista stile Front National: "La stessa Le Pen ha detto che il lepenismo è morto. E ne prendo atto con soddisfazione", dice. Dichiarazioni forti e nel lontane dalla campagna nazionalista che sta portando avanti il segretario Matteo Salvini con il quale"non c’è mai stato uno scontro ma una leale collaborazione, una dialettica sana come dovrebbe esserci in ogni partito"."Guardi, io - precisa Maroni - non ho nulla contro Salvini, non sono il suo competitor. L’ho voluto io segretario nel 2013 dimettendomi in anticipo. Sta facendo cose importanti e neppure lui vuole attorno a sé degli “yesman”. Con lui c’è una leale collaborazione".

Il governatore lombardo non è spaventato da questa diversità d'opinioni. "D’altronde ricordo quando nel ’96 era segretario dei giovani comunisti padani…Quelle sono le origini e sono sicuro che alla fine anche lui condividerà questa posizione", aggiunge. L'orizzonte politrico di Maroni è il referendum fiscale del 22 ottobre e la fine della sua legislatura e poco gli interessa il dibattito sulle alleanze con Alfano. "Quando sarà il momento, farò tutte le verifiche: se ci saranno le condizioni per avere una maggioranza di centrodestra coesa, bene.

Altrimenti vedremo".

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