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Maroni: "Torno in campo, contro di me attacchi senza fondamento"

L'ex ministro ha annunciato il suo ritorno in politica. E sul caso della LFC ha parlato di "attacchi senza fondamento" e promesso una "azione legale"

Maroni: "Torno in campo, contro di me attacchi senza fondamento"

"Ho fiducia nella Giustizia, ma questi attacchi alla Regione Lombardia, alla Lega e al sottoscritto sono frutto di un'evidente avversione politica che alberga da tempo in certi palazzi. Sopporto cristianamente la flagellazione di processi ingiusti, mediatici e non, ma quando sarà il momento torno in campo. Per riportare finalmente la politica e la magistratura nei ruoli e nei confini che la Costituzione ha loro assegnato". Si è sfogato così sul suo profilo Facebook l'ex governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Coinvolto nell'inchiesta della procura di Milano sulla presunta vendita gonfiata di un capannone industriale per la Fondazione Lombardia Film Commission (LFC), partecipata regionale, l'ex ministro è tornato a difendersi dalle accuse.

Nel 2015, nel bel mezzo della sua presidenza alla Regione, Maroni firmò la delibera per assegnare alla LFC un milione di euro per l'immobile, pagato 800mila euro. Un acquisto che, secondo i pm, sarebbe servito a far arrivare parte dei fondi pubblici a tre commercialisti della Lega ora indagati. In particolare, si sospetta che il contributo sia stato un "regalo" alla LFC guidata dal 2014 da Alberto Di Rubba, ex revisore contabile del Carroccio. Indiscrezioni uscite sulla stampa che hanno fatto infuriare Maroni. "Contrariamente a quanto insinuato da alcuni giornali, non c'è stato alcun 'regalo' alla Lombardia Film Commission da parte della Regione Lombardia. Nella seduta del novembre 2015 la giunta regionale deliberò (in modo assolutamente trasparente e regolare, come sempre) l'assegnazione di contributi straordinari agli enti di spettacolo partecipati dalla Regione, tra cui la Scala, il Piccolo Teatro, la Fondazione Pomeriggi Musicali e la LFC", aveva commentato ieri l'ex governatore su Facebook.

Oggi un nuovo post per difendersi dalle accuse e ribadire la fiducia nella giustizia. In un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, Maroni ha parlato di "attacchi senza fondamento" e annunciato una "azione legale contro chi ha infamato la Regione Lombardia e la mia giunta". "Le anticipazioni uscite sui giornali che sono frutto di indagini coperte dal segreto. Chi ha fatto uscire le fake news lo sapeva bene che era tale e lo ha fatto lo stesso", ha spiegato al quotidiano. Sulla delibera del 2015, l'ex ministro ha evidenziato che fu proposta dall'assessore di competenza (Cristina Cappellini, ndr): "Dentro ci sono ben cinque trasferimenti, risorse date a più enti di promozione culturale, come alla Scala e alla Fabbrica del Duomo. Fu un provvedimento emanato un mese dopo Expo, per distribuire fondi aggiuntivi, vagliato e approvato da tutta la Giunta, dal nostro ufficio legale e dalla Corte dei Conti".

Infine ha aggiunto: "In questi anni ho subito processi assurdi, ma c'è un limite a tutto, non sono disponibile a subire altre offese. Quindi sono disposto a tornare in battaglia, anche dal punto di vista politico". E così Maroni ha annunciato il suo ritorno, dopo due anni di lontananza, con "chi ci sta ad impegnarsi a ristabilire i ruoli che la Costituzione assegna alla politica e alla magistratura". L'ex presidente aspetta settembre per confermare la sua discesa in campo. Intanto però, "oggi vado alla mia sezione di Varese e prendo la tessera della nuova Lega di Salvini come militante.

Tengo a specificare che l'ho fatto perché mi è stato garantito il doppio tesseramento con la vecchia Lega Nord e relativa anzianità di servizio".

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