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"Via quel tipo di mascherina". Viene respinta al seggio

Ad un’avvocatessa di Porto Recanati è stata contestata la mascherina di pizzo nera indossata per votare. Il motivo è che il colore di quel dpi richiama un partito di destra

"Via quel tipo di mascherina". Viene respinta al seggio

Nel tempo in cui si vedono rigurgiti di Fascismo ovunque e in innumerevoli e banali gesti quotidiani non dovrebbe stupire più di tanto la curiosa vicenda che si è svolta all’interno di un seggio a Porto Recanati nelle Marche. Eppure fa un certo effetto pensare che oggi, complice la due giorni di votazioni, basta indossare una semplice mascherina di colore nero per venire "additati" come rappresentate di un partito di destra e, in quanto tale, vedersi proibire il diritto di voto per evitare ogni tipo di propaganda politica.

Come spiega AnconaToday, protagonista della storia, che probabilmente finirà in tribunale, è un’avvocatessa che sostiene di essere stata respinta dal presidente di un seggio e dai carabinieri presenti nella struttura perché indossava una mascherina nera. "Mi hanno detto che richiamava un partito di destra", ha raccontato Sara Bazzani che sottolineato come sia stato il colore del dispositivo di protezione individuale, obbligatorio per poter accedere al seggio, a scatenare il putiferio. "È di pizzo, l’ho comprata in un negozio d’abbigliamento e l’ho messa perché era in tinta con la mia tuta da ginnastica", ha aggiunto la professionista.

Quest’ultima, poi, polemicamente ha attaccato: "Non pensavo che in Italia uno non fosse più libero di vestirsi come crede. All’ingresso, un uomo della Protezione civile mi ha fermato, invitandomi a sostituirla. Mi sono rifiutata perché mi sembrava una cosa insensata: non stavo mica facendo propaganda elettorale. Poi sono intervenuti i carabinieri e la presidente del seggio, tutti a dirmi che non potevo votare se non avessi cambiato mascherina perché richiamava il colore di un partito". Per di più l’avvocatessa è stata anche indicata come maleducata da qualcuno presente nella struttura perché "colpevole" di aver bloccato la fila.

Alla fine, l’elettrice è riuscita a votare perché ha accettato di indossare una mascherina di colore bianco fornita dal seggio. Ma la storia non finirà qui. La legge è legge e va rispettata. Ma l'avvocatessa promette battaglia. "Hanno menzionato una circolare prefettizia in cui si vieterebbe l’accesso al voto con mascherine nere, rosse e con il tricolore. Mi sembra una follia: studierò le normative, sono pronta a sporgere denuncia", ha annunciato la Bazzani. Chi in quella città si recherà al seggio nelle prossime ore dovrà fare attenzione alla mascherina. Necessario scegliere un colore che non richiami ideologie.

Un’impresa che potrebbe risultare difficile visto che di tinte “apartitiche” ve ne sono poche.

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