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"Maschilista...". L'ammissione di Letta e l'ipocrisia sulle donne

Prima ammette che il Pd fino al suo arrivo è stato un partito maschilista, poi spera che il prossimo segretario sia una donna. Ma ecco perché sbaglia

"Maschilista...". L'ammissione di Letta e l'ipocrisia sulle donne

Appello alle donne di sinistra: dite a Letta di non parlare di voi. Perché il fine sarà pur quello di difendervi e promuovervi ma il risultato è quello di peggiorare la situazione. Volete la prova? Basta leggere cosa ha dichiarato oggi sul settimanale Chi il segretario Pd per farsi un'idea: "Quando sono diventato segretario ho trovato un partito democratico molto maschilista". E già qui l'ammissione cela un fallimento totale. Letta viene nominato segretario nel marzo 2021 e confessa con una naturalezza disarmante che il principale partito del centrosinistra italiano è stato maschilista. Insomma, la cultura del macho, del padrone, dell'uomo che muove i pupi e le pupe alberga tra i dem. E Letta cosa ha fatto per provare a invertire la rotta? Leggete bene. "Ai vertici ho chiesto che ci fossero Debora Serrracchiani e Simona Malpezzi. Il mio obiettivo è la parità totale".

Capito? Ha chiesto, quindi ha deciso, che ci fossero due donne ai vertici, non del partito, per carità, ma dei gruppi di Camera e Senato. Nessun merito, solo elargizione e concessione. Come a dire: io sono il capo e per dare un segnale nomino queste due donne. Alla faccia del farsi strada da sole. È l'ennesima dimostrazione che a sinistra il concetto di quote rosa, la rivendicazione di genere e la pari oppurtunità - nominali però - siano l'unico paradigma possibile. Ma davvero la parità totale osannata dal segretario dem è la chiave di volta per dare il giusto valore alle donne? Ma il top arriva subito dopo. Letta si pone la domanda e si dà la risposta. "Il prossimo segretario? Mi piacerebbe che fosse una donna". Dichiarazione che fa il paio con quella che rilasciò nell'aprile 2021: "Vorrei lasciare nel nostro partito, serenamente e tranquillamente, la leadership dopo di me a una donna, a una democratica, quando decideremo insieme che il mio tempo è scaduto". Che strana concezione della leadership.

E che triste considerazione della donna, le cui conquiste sembrano essere sempre merito degli uomini. A questo punto però abbiamo un suggerimento per Letta: quale migliore successore se non la Boldrini?

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