Khalid Masoud si aggiunge alla lunga lista dei «soldati» del Califfato Islamico che hanno seminato terrore e morte in Europa negli ultimi tempi. È lui l'attentatore di Westminster, il jihadista che mercoledì a Londra ha ucciso 3 persone e ferite altre 29 (2 sono in fin di vita). Insegnante di inglese di origini pakistane, con la passione per il body building, era nato nel Kent il 25 dicembre del 1964. Pur non essendo mai stato condannato per terrorismo, era noto alle forze dell'ordine per atti di criminalità che vanno dal possesso d'armi, alle lesioni aggravate, al disturbo della quiete pubblica. La prima condanna risale al 1983 per danni, l'ultima nel 2003 per il possesso di un coltello, forse come quello utilizzato per uccidere di fronte al parlamento Keith Palmer, il poliziotto che aveva tentato di fermarlo. Masoud non era stato condannato per terrorismo, ma da tempo si era radicalizzato, e questo particolare non era sconosciuto agli inquirenti. Persino il primo ministro Theresa May ieri, nel suo intervento ufficiale alla Camera dei Comuni, l'ha sottolineato. «L'autore della strage è un cittadino britannico noto ai servizi segreti del Regno Unito, l'MI5, ma era considerato un elemento marginale. Non abbiamo paura e non ci facciamo intimorire. È stato un attacco contro la gente libera, ma non c'è ragione di temere che ci saranno nuovi attentati».
Masoud risiedeva da almeno quattro anni a Birmingham, nel quartiere di Quayside, quello ad alto tasso jihadista, dove nelle ultime ore gli uomini di Scotland Yard hanno effettuato otto arresti e altri sei fermi a piede libero e dove l'uomo aveva noleggiato il suv Hyundai per mettere in pratica il suo piano criminoso. Gli otto, sospettati di preparare attentati terroristici, sono due donne e cinque uomini fermati in tre case a Birmingham ed una terza donna arrestata nella zona orientale di Londra. Gli inquirenti hanno definito il terrorista un lupo solitario ispirato «dall'estremismo internazionale». Tutto questo però non cancella una certa leggerezza da parte delle autorità competenti nel monitorare i possibili jihadisti. Un errore commesso in passato anche dall'intelligence tedesca con Amri, il macellaio di Berlino, dai servizi francesi e belgi per Bouhlel, l'attentatore di Nizza, e a ritroso per Abaaoud, Salah, Laachraoui e Abrini, i miliziani delle stragi di Parigi e Bruxelles. Tutte persone note alle forze dell'ordine, interrogate, schedate e poi rilasciate. Spesso dopo il sequestro di un computer o di una chiavetta di memoria usb, fitta di dati scottanti e mai analizzati.
L'azione, come era nelle previsioni, è stata rivendicata dall'Isis attraverso Amaq, l'organo di propaganda del gruppo jihadista. «L'assalitore di ieri di fronte al parlamento britannico a Londra era un soldato dello Stato Islamico che ha agito in risposta agli appelli a colpire i cittadini delle nazioni che fanno parte della Coalizione». Cambia soltanto l'obiettivo, in questo caso Westminster, ma è di fatto un messaggio «copia e incolla» già utilizzato per ribadire le paternità delle stragi di Nizza e di Berlino. Un testo che sottolinea un concetto molto chiaro: Isis ha problemi in casa, sul fronte iracheno e siriano, ma i suoi soldati sparsi per l'Europa colpiscono con inaudita violenza anche per vendicare le recenti battute d'arresto dell'esercito di Al Baghdadi a Mosul e a Raqqa.
Intanto a Londra la vita riprende. Il Westminster Bridge ha riaperto i battenti. La polizia della capitale ha liberato dalle transenne anche altre zone del centro che erano state chiuse per questioni di sicurezza, e nelle stazioni della metro si è rivista la solita coda disciplinata, sotto gli occhi attenti delle forze dell'ordine.
Anche la regina Elisabetta in un messaggio ha rivolto i suoi «pensieri, preghiere e il profondo cordoglio» a tutti coloro che sono stati coinvolti dalla «terribile violenza dell'attentato». La sovrana avrebbe dovuto inaugurare la nuova sede di Scotland Yard, ma la cerimonia è stata cancellata. Così come sono state cancellate tutte le gite nella capitale britannica delle scolaresche francesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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