Guerra in Ucraina

"Indegni". Mattarella revoca le onorificenze ai russi: chi sono i 4

Quattro alte cariche russe sono state private di alcune onorificenze da parte del presidente della Repubblica, Mattarella, per "indegnità": ecco chi sono i 4 sanzionati

"Indegni". Mattarella revoca 4 onorificenze ai russi: chi sono

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deciso di revocare quattro onorificenze ad altrettante personalità russe con la motivazione di "indegnità". Il Capo dello Stato ha preso ulteriormente le distanze, con questa decisione, dall'invasione russa di Putin all'Ucraina lo scorso 24 febbraio che nessun'alta carica del Cremlino ha mai condannato apertamente oppure preso le distanze.

Le onorificenze revocate

I nomi sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale grazie a due decreti proposti dal ministro degli Esteri: si tratta del primo ministro russo Mikhail Vladimirovich Mishustin al quale è stata revocata l'onorificenza di "Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Stella d'Italia" e Denis Manturov, attuale ministro dell'Industria e del Commercio. Questo primo decreto risale al 9 maggio ma è operativo dal momento della pubblicazione ossia oggi, giovedì 25 maggio.

Un secondo decreto, gemello del primo e sempre firmato da Matteralla, punisce anche Viktor Leonidovich Evtukhov, segretario di Stato di Mosca e Andrey Leonidovich Kostin, presidente della banca Vtb. Anche per entrambi, "l’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia" è stata revocata per "indegnità". Un plauso alla scelta del governo italiano è stata subito inoltrata da Massimiliano Iervolino e Igor Boni, segretario e presidente di Radicali Italiani e Giulio Manfredi, membro della giunta di Radicali Italiani. "Leggere sulla Gazzetta Ufficiale che dopo oltre due anni di lotte, richieste, lettere, comunicati, interventi parlamentari, si sia finalmente ottenuta la revoca 'per indegnità' da parte del Presidente Mattarella" sulle onorificenze ai russi, "è per noi una notizia molto positiva".

Le 26 onorificenze rimanenti

Adesso, però, per completare l'opera, i radicali si aspettano che vengano revocate anche le altre "26 onorificenze rimanenti. Lo abbiamo richiesto, da soli, nel disinteresse di tutti dal 2020, due anni prima dell’attacco militare di Putin". Secondo i tre esponenti, "elargire a pioggia onorificenze" alla Russia è stato "un errore politico madornale" a cui adesso, dopo l’aggressione all’Ucraina, "occorre porre rimedio" con la revoca delle "altre 26 onorificenze rimanenti". "L’Italia, grazie innanzitutto al Presidente Draghi, sta tenendo una posizione netta di pieno sostegno all’Ucraina - aggiungono - a maggior ragione, anche rispetto a una vicenda altamente simbolica come quella delle onorificenze, vi deve essere una completa e inequivocabile cesura col passato".

L'accusa a Di Maio

I radicali non risparmiamo accuse al ministro Luigi Di Maio reo, secondo loro, di aver elargito numerose onoroficenze "a gerarchi del Cremlino" che hannno rappresentato "un errore politico madornale". Adesso che i tempi sono maturi, adesso che la Russia ha deciso di attaccare in maniera feroce l'Ucrainia e di conseguenza anche l'Europa, "occorre porre rimedio", concludono.

Chissà, adesso, quale e se ci sarà una risposta del Cremlino o da parte dei diretti interessati e se quest'ulteriore presa di posizione italiana inasprirà maggiormente i già tesi rapporti con Putin.

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