Matteo ordina, Nardella esegue Il Comune compra la Leopolda

A Firenze la cricca degli amici del premier mette le mani anche sul luogo simbolo del renzismo e butta 7,2 milioni per costituire un polo fieristico già in perdita. Fdi: «È la solita combriccola»

Matteo ordina, Nardella esegue Il Comune compra la Leopolda

Anche questa pallina è andata in buca. La giunta comunale di Firenze delibera l'acquisto dell'ex Stazione Leopolda, divenuta famosa per le kermesse renziane, quando Matteo Renzi giocava ancora a fare il rottamatore. Come succede a Firenze da due anni a questa parte, quando il presidente del Consiglio ordina, il suo sindaco-maggiordomo, Dario Nardella, ovviamente esegue.

La delibera prevede l'autorizzazione all'acquisto dello storico immobile da Ferrovie dello Stato ad un prezzo non superiore a 7,2 milioni di euro. Acquisizione che si trascina dietro molti interrogativi primo fra tutti: ma la città ne aveva proprio bisogno? «La gestione immobiliare del Comune di Firenze sembra più dettata dai capricci e dagli interessi privati del giglio magico renziano che dalle vere necessità della città», dice il coordinatore dell'esecutivo nazionale e capogruppo in Regione Toscana di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli. Gli fa eco il capogruppo di Fratelli d'Italia in Palazzo Vecchio, Francesco Torselli, il quale annuncia battaglia: l'atto, infatti, dovrà essere approvato dal consiglio comunale. «Ogni anno per far quadrare i conti comunali, Palazzo Vecchio è costretto a svendere un pezzo di Firenze, prima il teatro comunale, l'anno scorso palazzo Vivarelli Colonna - dice Torselli - Possibile che oggi si debbano spendere soldi per comprare la Leopolda che non serve a niente?».

Ma il Comune assicura che le risorse non arriveranno dal bilancio comunale: sarà un soggetto terzo, da individuare attraverso avviso pubblico, «ad assicurare la provvista di denaro necessaria all'acquisto (di fatto l'anticipazione dei futuri canoni di affitto) nonché ad assumere a proprio carico gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria dell'immobile». L'assessore all'Organizzazione e al Personale, Federico Gianassi, la fa passare addirittura come un'operazione «storica, che consentirà all'amministrazione di accrescere il proprio patrimonio e che rappresenta un elemento fondamentale per la costituzione di un polo culturale-fieristico insieme al teatro dell'opera e alla Fortezza da Basso». Ecco, appunto. «Quella del polo fieristico è solo una scusa - ribatte Torselli - In realtà Firenze Fiera è un'azienda in stallo totale, che non organizza niente e che ogni anno perde denaro. Anche quest'anno il bilancio segnava rosso e per ammissione stessa del suo presidente l'obiettivo è solo quello di pareggiare i conti non di pianificare eventi». Per non parlare dei residenti del quartiere a fianco alla Leopolda, oggi indemoniati contro Nardella: vivono da anni tra occupazioni abusive degli ex magazzini ferroviari e drogati che vengono davanti alle loro case a bucarsi. Ogni volta che sono andati a chiedere interventi da parte del Comune, si sono sempre sentiti dire che non ci sono soldi per fare più controlli o per aumentare gli agenti della municipale. Però per comprare la Leopolda i soldi in qualche modo il Comune li trova. «La prossima settimana vado ad incontrare i residenti», promette Torselli.

Una vicenda che ricorda quella storiaccia del teatro comunale di Firenze, inserito nel piano delle alienazioni del Comune proprio da Renzi nel 2010, quando ricopriva il ruolo di sindaco, e acquistato nell'aprile 2015 a meno della metà del suo valore (23 milioni) tramite la Cassa depositi e prestiti, dalla «Corso Italia Firenze», società fondata dall'amico d'infanzia di Renzi, Andrea Bacci, plurinominato nelle partecipate fiorentine e suo primo

finanziatore. «La combriccola d'affari intorno a Renzi mette di nuovo le mani su Firenze. Ora vediamo chi prenderà in gestione la Leopolda», dice Donzelli. La cricca renziana continua a fare affari grazie all'amico Matteo.

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