Maturità da horror: il Nobel a Hitler, D'Annunzio estetista e l'Oscar alla Curie

Gli strafalcioni clamorosi degli studenti: Émile Zola sardo, Moro rapito dalla mafia

Maturità da horror: il Nobel a Hitler, D'Annunzio estetista e l'Oscar alla Curie
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Per buona pace di Edoardo Prati, influencer culturale, leva 2004, diciamo subito che la nostra intenzione non è "far passare i 18enni come un branco di idioti". Ma è semplicemente farsi due risate con loro, ora che la tensione degli esami si è sciolta e i giochi sono fatti. Perché dai, certe gaffe saranno gli stessi maturandi a raccontarle ai nipoti, un giorno. Troppo belle per farle passare sotto silenzio. E, tranquilli ragazzi, anche i giornalisti ne fanno a pacchi.

L'uscita più divertente riguarda Gabriele D'Annunzio, re del toto tema (ma mai del tema) e ora anche degli strafalcioni agli orali. Da esteta è diventato di colpo estetista. Che poi, a ben vedere, un fondo di verità, arrampicandosi sugli specchi, c'è: il Vate - questo è innegabile - era un gran cultore della bellezza. Certo, farlo passare per un esperto di french manicure e cerette brasiliane forse non gli rende l'onore che merita. Ma lui ci avrebbe riso sopra, sicuro. Forse avrebbe riso meno di fronte allo studente che gli ha sfilato la paternità della "Pioggia nel pineto", attribuendo la poesia a Giovanni Pascoli. "Taci, io non odo parole che dici" gli avrebbe risposto.

Nell'elenco compilato da Skuola.net, c'è anche un premio Nobel per la pace a Adolf Hitler. Dobbiamo giustificare anche questa cantonata? D'accordo, proviamoci. Potrebbe essere un revisionismo storico estremo o una provocazione sagace alle news di attualità, che ventilano un Nobel per la pace a Donald Trump. Quel che è certo è che dev'essere stata impagabile la faccia della prof che si è sentita dire "Hitler" e "pace" nella stessa frase. Anche Marie Curie ha "ben interpretato" il ruolo della scienziata. Tanto da meritarsi, secondo un diplomando, addirittura due Oscar. Brava, buon doppiaggio. E chissà che Netflix le voglia davvero dedicare una miniserie.

Momento altissimo, con risate collettive dei compagni, quando uno studente è stato interrogato su Émile Zola, letteratura francese. "Mi parli dell'autore". "Zola (senza accento sulla a) è uno scrittore italiano". Brividi. E un dubbio: non è che il maturando ha confuso il caposcuola del naturalismo con l'ex giocatore di calcio Gianfranco Zola - sardo doc - o aver pensato che fossero almeno parenti? A scuotere le fondamenta della letteratura ci si è messo pure quel maturando che ha collocato Alessandro Manzoni nel 1600, come se avesse raccontato della peste in presa diretta. Un altro colpo alla memoria storica arriva da un 18enne che, dritto per la sua strada, se ne è uscito: "Il campo di concentramento di Auschwitz fu liberato dagli americani". Qualche suo collega ha allungato di 6 anni la Seconda guerra mondiale, facendola cominciare nel 1933. Qualcun altro ha sostenuto che l'Italia è una monarchia. Fondata sul lavoro o meno, non si sa.

Aldo Moro? Dai, anche se non fa proprio parte del programma scolastico, non può essere ignorato dal popolo dei maturandi. "Sì, certo, so chi è. È stato rapito da Cosa Nostra". Un'illazione a rapporti subdoli tra malavita e Brigate Rosse? Per fortuna non gli è stato chiesto chi sono stati gli autori degli attentati ai giudici Falcone e Borsellino. Ma il bello degli strafalcioni è che non risparmiano nessuno, nemmeno i membri della Commissione.

Una prof ha fatto cominciare il Futurismo dieci anni dopo (sarà parente dello studente che ha anticipato la guerra?). Un commissario di inglese, parlando di Charles Dickens, ha continuato imperterrito a citare il "Ritratto di Dorian Gray". Nessun ha osato dirgli che l'ha scritto Oscar Wilde.

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