Londra - Proseguono in modo costruttivo i colloqui tra Conservatori e Unionisti irlandesi, ma l'accordo fatica ad arrivare. Ieri, dopo aver incontrato il primo ministro britannico a Downing Street, la leader del Dup Arlene Foster ha dichiarato che spera di concludere presto le trattative per supportare il governo di minoranza della May. La Foster se n'è andata dall'uscita sul retro e nei prossimi giorni gli incontri proseguiranno a Westminster dove questa mattina, si era fatta fare una bella foto ricordo con i suoi 10 parlamentari sul cui voto fanno affidamento i Conservatori per avere la maggioranza assoluta in Parlamento. Un eventuale accordo con gli Unionisti dovrebbe essere molto diverso da quello stabilito nel 2010 con i Liberal Democratici. Secondo le indiscrezioni il Dup non otterrà incarichi nell'esecutivo e il sostegno verrà dato sulle singole proposte. Foster ha inoltre smentito la possibilità che l'accordo possa in qualche modo compromettere il ritorno della condivisione dei poteri a Stormont, affermando invece che questa può trasformarsi in una grande opportunità per il Nord Irlanda.
Appare invece dubbioso sull'impatto che l'asse Tories-Dup potrà avere sul processo di pace l'ex leader conservatore John Major. «Se i Conservatori decidono d'imprigionarsi all'interno di un accordo con uno dei partiti maggiori dell'Irlanda del Nord - ha detto ieri alla Bbc - c'è il rischio che il governo non venga più visto come un negoziatore imparziale nelle trattative per ripristinare l'assemblea condivisa di Stormont. La pace in Nord Irlanda non va data per scontata e nulla dovrebbe essere fatto per enfatizzare le differenze tra gli unionisti e le comunità nazionaliste». Secondo Major dunque la May dovrebbe cercare di governare da sola. Jeremy Corbyn si è congratulato per il ritorno della May come primo ministro e scherzando, ha detto di guardare con ottimismo al discorso della Regina «una volta che la coalizione del caos si sarà accordata». «Se questo non avvenisse però - ha dichiarato - sono pronto ad offrire una leadership forte e stabile nell'interesse del Paese». Ma la questione principale oggi, come ieri, rimane quella della Brexit. Ieri May è volata a Parigi dal presidente Macron per discutere delle politiche congiunte per affrontare il terrorismo ma anche dei futuri accordi in previsione dell'uscita dall'Europa. Ed è proprio sulla visione di Brexit che le cose si complicano soprattutto dopo i risultati delle ultime elezioni.
Mentre i ministri della May si affrettano a sottolineare che il punto di vista del governo non è cambiato di una virgola, ieri il Daily Telegraph rivelava di colloqui segreti tra Conservatori e Laburisti a sostegno di una soft Brexit. Secondo il giornale alcuni membri del partito avrebbero già avuto degli incontri con il partito di Corbyn per convincere il primo ministro e fare concessioni significative sulle politiche dell'immigrazione, unione doganale e mercato unico. Sarebbero inoltre state avanzate delle proposte per formare una commissione trasversale costituita su basi comuni per garantire un'uscita senza strappi dall'Unione europea. Secondo il Telegraph la May sarebbe stata a conoscenza di questi incontri ma non avrebbe fatto nulla per fermarli. Ruth Davidson, la leader scozzese dei Conservatori che la May ha incontrato lunedì, le avrebbe detto che su Brexit è necessario lavorare anche con le altre forze politiche aggiungendo che ci dovrebbero esserci dei cambiamenti nel piano su Brexit man mano che si procede.
A sorpresa arriva infine l'apertura del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Scheuble che nella sua prima intervista dopo le elezioni afferma che «si deve lasciar al Regno Unito il tempo di prendere le sue decisioni. E se decidesse di rimanere in Europa la nostra porta è aperta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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