Mazzinghi chiama Benvenuti in ospedale Dopo mezzo secolo vince la pace (ai punti)

Il pugile toscano al rivale: «Guarisci e aspettami, che anch'io faccio 80 anni»

Mazzinghi chiama Benvenuti in ospedale Dopo mezzo secolo vince la pace (ai punti)

Se è vero che la vita è una lunga lezione di umiltà, all'alba degli 80 anni Sandro Mazzinghi ha ripassato la sua lezione. Ha preso il cellulare e telefonato a Benvenuti usando, come gli piace fare, il suo nome di battesimo: «Ciao Giovanni, come stai? Guarisci e aspettami: fra poco avrò anch'io 80 anni». Dire Sandro Mazzinghi, eppoi pensare Nino Benvenuti, o viceversa, è come raccontare, riepilogare, ravvivare, attizzare una delle più straordinarie rivalità sportive che l'Italia abbia conosciuto. L'Italia che racconta i valori degli uomini, non soltanto quelli dello sport. Certo, noi siamo specialisti in materia: Coppi e Bartali, Mazzola e Rivera, De Biasi e Cagnotto, Thoeni e Gros, Berruti e Ottolina. La lista può essere lunga. E ci fermiamo allo sport.

Ma quei due hanno avuto qualcosa in più: non l'hanno smessa mai. Non si sono arresi al tempo, forse fino a due giorni fa. Gli altri si sono conciliati, Mazzola e Rivera giocato insieme e, insieme, avviato la storia del sindacato calcistico, Coppi e Bartali corso nella stessa squadra. Mazzinghi e Benvenuti insieme hanno soltanto arricchito l'epopea della rivalità: la toscanità aggressiva di Sandro contro la capacità di sviare i colpi di Nino. Benvenuti è stato la scintilla che ha tenuto acceso il furore fisico-mentale di Sandro e Mazzinghi il rivale che Nino non è mai riuscito realmente a domare. Mazzinghi e Benvenuti si sono picchiati per due incontri (San Siro 18 giugno 1965 e Palasport di Roma 17 dicembre dello stesso anno), e non si sono mai «nasati» per il resto dei decenni. Però... Ognuno deve qualcosa all'altro. Alì e Frazier lo hanno insegnato a tutti.

Nino ha appena compiuto gli 80 anni e, come regalo, gli è arrivato un problema di calcoli renali che lo ha spedito in ospedale, facendo spaventare l'Italia che lo ha amato, ma pure quella sulla sponda mazzinghiana. Sandro oggi vive nel suo buen ritiro toscano, attorniato da una bella famiglia, compirà gli «80» in ottobre, si è spaventato pure lui: ha capito che il tempo della rivalità, e del parlarsi solo a mezzo stampa, doveva chiudersi. L'ultima volta che si incrociarono «urbi et orbi» fu nel 1998 a Domenica In, li teneva a bada Fabrizio Frizzi: dovevano illustrare un mondiale da combattersi fra due italiani (Duran-Piccirillo). Appunto loro, esperti in rivalità nostrane. Di recente si sono parlati a mezzo stampa, nel «Cinquantenario» dei due mondiali: erano pesi medi junior, hanno mantenuto la sobria stazza.

Una telefonata allunga la vita e talvolta riapre i cuori. Così è successo: due giorni fa, Benvenuti aveva appena subito un intervento riparatore. Qualche minuto al telefono. Mazzinghi tranquillo, Nino piacevolmente stupito. Fra i due era sempre stato Benvenuti a cercare di smorzare i ricordi negativi.

Sandro, indomito ragazzino che ancor oggi canta quando lo sorregge la vena, non riusciva trangugiare il veleno ingoiato nelle due sconfitte sul ring (una per ko al 6° round, l'altra ai punti in 15 round): non ha mai pensato di aver perso davvero. Benvenuti ha sempre pensato di aver battuto un grande avversario. Resteranno della loro idea, ma hanno deciso che a 80 anni si può smettere di combattere.

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