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Mediaset vuole Rai Way E Piazza Affari approva l'affare da 1,2 miliardi

Offerta della controllata del Biscione Ei Towers per l'acquisto dei ripetitori di viale Mazzini La Borsa dà l'ok: in rialzo entrambi i titoli La tv di Stato: «Ma l'Opa non è amichevole»

Ei Towers regina delle torri. Se l'Opa su Rai Way andrà in porto, anche l'Italia potrà esprimere un «campioncino nazionale» sul fronte delle infrastrutture passive di trasmissione. La parola «passivo» in questo caso è d'obbligo. Ei Towers, infatti, gestirà solo «pezzi di ferro», ossia le torri di trasmissione che servono a trasmettere il segnale televisivo. I contenuti, insomma, non c'entrano. La concentrazione è necessaria perché si tratta di economie di scala e avere due società «piccole» che fanno lo stesso business è poco economico. Tanto per avere un'idea, la statunintense Crown Castle, il maggior gestore di torri del mondo, ne gestisce 40mila. Un numero molto superiore dunque a quanto potrà produrre l'unione Ei Towers, 3.200 torri, con Raiway, che ne ha 1.800. Per la Rai, oltretutto, si tratta di un ottimo affare visto che Ei Towers ha offerto quasi il doppio dell'attuale prezzo in Borsa, tanto che ieri l'azione è schizzata del 20% per poi chiudere a +9,4% (Ei Towers +5,2%).

L'operazione ha già ricevuto il via libera del cda di Mediaset (ha il 40% di Ei Towers) che voterà a favore della proposta di aumento di capitale da 373 milioni nell'assemblea straordinaria prevista per il 27 marzo. L'Opa ha come unico obiettivo di creare una società che possa stare sul mercato al pari di altri colossi internazionali. La Rai, però, dato che l'offerta non è stata sollecitata dalla controparte (come invece ha fatto Rcs con il settore Libri sollecitando un'offerta da parte di Mondadori) ha specificato che l'Opa non è amichevole. Ma dato che i margini di trattativa sono ampi, non è neppure ostile. In ogni caso l'operazione piace molto agli analisti del settore, in quanto integrerebbe i due principali operatori del mercato facendo nascere un player unico sullo stile di Terna per il settore energia. Resta inteso che la Rai potrebbe anche rifiutare la ricca offerta, che valuta la società 1,2 miliardi, ossia un 40% in più di quanto era stata valutata al momento del collocamento in Borsa solo un paio di mesi fa. La situazione, comunque, è complessa. Per prima cosa c'è un decreto che stabilisce che il 51% di Rai Way deve restare alla Rai e che dunque deve essere cambiato. In più c'è la necessità di avere l'ok dell'Antitrust. Una condizione imprescindibile per Ei Towers che ha chiesto l'approvazione incondizionata dell'Authority «entro il secondo giorno di Borsa aperta antecedente la data di pagamento del corrispettivo». Le altre condizioni, oltre all'ok degli azionisti Ei Towers all'aumento e al raggiungimento di una partecipazione non inferiore al 66,67%, prevedono, prima della chiusura dell'Opa, il via libera del ministero dello Sviluppo economico a Rai per continuare a svolgere le attività di servizio pubblico attraverso Rai Way. L'offerta in cash e carta costituisce un premio sui titoli Rai Way del 22% rispetto alla chiusura di Borsa del 23 febbraio e del 52,7% rispetto al prezzo di collocamento di Rai Way avvenuto lo scorso novembre a 2,95 euro. In caso di adesione totale all'offerta e post aumento di capitale, gli azionisti Rai Way avranno il 22,4% del capitale di Ei Towers con Rai e Mediaset che diventerebbero soci con, rispettivamente, il 14,5% e il 31% della società. Quote che potrebbero anche variare arrivando in parità: il 30% ciascuno.

In realtà tutte le possibilità sono aperte tanto che Mediaset potrebbe anche essere disposta a cedere la stessa Ei Towers a Rai Way, sempre che la Rai possa sostenere economicamente l'operazione che sarà esaminata oggi dal cda della televisione di Stato.

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