Roma - Uomini, non solo soldi. «Non siamo una semplice unione doganale, non siamo una sorta di comitato d'affari», dice Sergio Mattarella. Troppe leggi, troppa burocrazia e poco feeling con i cittadini. L'Europa lontana dalla gente, sentita come «una mera opportunità senz'anima», deve cambiare marcia e «offrire ai suoi figli, ovunque siano nati, le stesse occasioni».
Il capo dello Stato, in visita ufficiale in Svezia, parla all'università di Lund. Sono giorni difficili, segnati dalla Brexit con i suoi pericolosi contraccolpi e dal duro braccio di ferro tra l'Italia e la Commissione sulla manovra. Il presidente, «preoccupato» per la salita dello spread e dai pesanti ricaschi sul risparmio delle famiglie, sta lavorando di diplomazia per evitare che Roma e Bruxelles arrivino allo scontro totale, stendendo un telo di protezione sul Paese.
E se il governo deve cambiare qualcosa nella Finanziaria per scongiurare la procedura d'infrazione, anche la Ue dovrebbe darsi una regolata perché pure il mondo è cambiato e non si vive di soli trattati. «La crisi economica - spiega Mattarella - ha caratterizzato il decennio trascorso, con pesanti riflessi sulle popolazioni. Ad essa si è sovrapposta un'ondata migratoria verso l'Europa di dimensioni notevolissime, mentre, all'interno dell'Unione, il Regno Unito decideva di abbandonare il percorso di integrazione».
«Diversità di sensibilità» che hanno provocato «sentimenti di lontananza dei cittadini rispetto alle istituzioni comunitarie».
Oggi «il disegno europeo, con il suo significato, le sue politiche, le sue regole e procedure, viene percepito da una parte dei cittadini europei come estraneo se non avverso». Va di moda il populismo, «ma è una linea di pensiero di corto respiro. Nella storia, i passi indietro sono possibili. Significa che è necessario non dimenticare mai le lezioni delle mostruosità di un certo passato».
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