Coronavirus

"Medici e infermieri, crocifissi di oggi"

Papa Francesco celebra il Venerdì Santo in piazza San Pietro ancora una volta deserta

"Medici e infermieri, crocifissi di oggi"

Le fiaccole intorno all'obelisco illuminano piazza San Pietro, ancora una volta deserta. Il percorso della Via Crucis parte dal cuore della piazza simbolo della cristianità, e si snoda fino al sagrato, per l'ultima stazione: il Crocifisso di San Marcello, diventato ormai simbolo della lotta alla pandemia. Dal 1964, ininterrottamente con Paolo VI, la Via Crucis del Venerdì Santo si è sempre tenuta al Colosseo. Il coronavirus interrompe anche questa tradizione. E ieri, il suggestivo rito si è svolto in piazza San Pietro. Non una atmosfera meno suggestiva.

Il Papa, capo chino e volto provato dalla sofferenza per le vittime che sta mietendo il Covid-19, segue l'intera celebrazione dal sagrato.

Michele è un ex detenuto, oggi «uomo nuovo» e piccolo imprenditore: è lui a portare la croce nella prima stazione. Poi quel pezzo di legno che ricorda la crocifissione e morte di Gesù, passa di mano in mano nell'emiciclo della piazza del Bernini. Tocca al direttore della casa circondariale padovana Claudio Mazzeo, al vicecommissario della Polizia Penitenziaria Maria Grazia Grassi, a un agente della stessa polizia, Tatiana e a don Marco Pozza, il cappellano del carcere.

La piazza è vuota, la preghiera è in mondovisione. Il Papa affida le meditazioni alla comunità del carcere «Due Palazzi» di Padova.

Nei testi ci sono la storia di due genitori che piangono la figlia assassinata senza pietà, il pentimento di un ergastolano condannato per omicidio, il trauma di un sacerdote accusato ingiustamente e assolto dopo otto anni.

«Grazie per aver condiviso con me un pezzo della vostra storia», dice Bergoglio in un messaggio inviato alla parrocchia del carcere.

Prima della Via Crucis, il Papa aveva celebrato sempre in una Basilica San Pietro senza fedeli la Passione del Signore. «Dio sconvolge i nostri progetti e la nostra quiete, per salvarci dal baratro che non vediamo ha detto padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia -. Ma attenti. Se questi flagelli fossero castighi di Dio, non si spiegherebbe perché essi colpiscono ugualmente buoni e cattivi». Nel pomeriggio, intervenuto con una telefonata alla trasmissione «A Sua Immagine» su Rai 1, condotta da Lorena Bianchetti, il Papa aveva ricordato gli eroi di questa pandemia. «Penso alle tante storie di crocifissi della storia, a quelli di oggi, di questa pandemia: medici, infermieri, infermiere, suore, sacerdoti, morti al fronte come soldati che hanno dato la vita per amore», sottolinea Francesco.

Ma, avvisa il Pontefice, «la Pasqua finisce sempre nella resurrezione e nella pace, ma non è un happy end, è proprio il compromesso, l'impegno dell'amore, che ti fa attraversare questa strada dura».

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