Il medico nega gli antibiotici Morto a 7 anni per un'otite

I familiari denunciano il medico: aveva prescritto solo pillole omeopatiche. Burioni: intollerabile ignoranza

Francesca Angeli

Roma Morire nel 2017 per un'infezione che un banale antibiotico avrebbe debellato nel giro di 24 ore. Una vicenda assurda che affiancata alla guerra degli antivax contro la profilassi è il segnale di un clima pericoloso, che rischia di riportare il paese indietro di 70 anni quando, senza vaccini e senza antibiotici, si moriva per una polmonite.

Francesco, 7 anni, è morto ieri all'ospedale Salesi di Ancona dove era arrivato in condizioni gravissime a causa di un'otite bilaterale che i genitori, dietro consiglio di un loro medico di fiducia Massimiliano Mecozzi, avevano curato con pillole omeopatiche. Ora è stata aperta un'indagine per omicidio colposo che potrebbe coinvolgere il medico e anche i genitori. Nulla però potrà restituire la vita al piccolo che era stato portato in ospedale già semi incosciente con febbre alta ed un ascesso cerebrale. Inutili gli sforzi dei sanitari perché la situazione era troppo compromessa. I medici del Salesi ieri avevano fatto sapere che il bambino era in coma irreversibile e che il controllo elettroencefalografico mostrava l'assenza di attività elettrica. Dopo aver dichiarato la morte cerebrale i genitori hanno acconsentito alla donazione degli organi. I dirigenti del Salesi hanno segnalato il caso alla Procura di Ancona e ora anche i familiari del piccolo hanno deciso di denunciare lo specialista che lo seguiva, un medico di Pesaro che aveva consigliato loro di evitare gli antibiotici.

Il nonno del piccolo ha raccontato che in passato il nipote aveva già sofferto di otite e che l'aveva sempre superata senza ricorrere agli antibiotici. E anche questa volta nonostante il piccolo stesse sempre peggio il medico aveva comunque sconsigliato l'uso degli antibiotici.

Il primario del Salesi, Fabio Santelli, ha spiegato che quando il bambino è arrivato da loro era già in coma. «Si è fatto un tentativo disperato di aspirazione dell'ascesso e di riduzione dell'ipertensione endocranica che però non ha avuto effetto positivo - ha precisato il primario - Al di là delle convinzioni personali, se si vede che quadro clinico non va bene e si usano medicine alternative, in terza-quarta giornata bisogna fare ricorso all'antibiotico».

Una vicenda tanto tragica quanto assurda come sottolinea il paladino dei vaccini, il professor Roberto Burioni, virologo del San Raffaele.

«Faccio un appello a tutti i genitori: con la salute non si scherza - avverte Burioni - Che oggi, nel 2017, a causa dell'ignoranza, della superstizione e della scelleratezza di alcuni medici si debba tornare a quei tempi in cui una tonsillite rovinava per sempre il cuore di un bambino, una appendicite era una condanna a morte, il pungersi un dito con una spina poteva portare a una cancrena fatale, è intollerabile».

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