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"Meglio che i foreign fighters muoiano in Siria che nei Paesi Bassi"

A dirlo è il premier olandese, Mark Rutte, che da gennaio assumerà la presidenza semestrale dell'Ue

"Meglio che i foreign fighters muoiano in Siria che nei Paesi Bassi"

"Questi jihadisti che tornano sono più micidiali dei precedenti: hanno imparato tecniche terribili, sono una minaccia concreta". A dirlo è il premier olandese, Mark Rutte, intervistato dalla Stampa, che parlando dei foreign fighters commenta laconicamente: "meglio morti in Siria che di nuovo nei Paesi Bassi".

"Ricordate la lezione di Roma: i grandi imperi cadono se i confini non sono ben protetti", dice Rutte che da gennaio assumerà la presidenza semestrale dell'Ue. E sui rifugiati precisa che "dobbiamo fare tre cose e la prima è fermare il flusso dei migranti che arrivano, perchè non possiamo accoglierli a questo ritmo e l'intesa con la Turchia è in tal senso cruciale". Poi si deve "scardinare il modello di business dei trafficanti" e infine proteggere il confine Grecia-Turchia "dove gli hotspot non sono ancora stati costruiti". "In due giorni - afferma - si deve essere in grado di capire se è rifugiato o terrorista". Ma sulla flessibilità per i costi sostenuti per i rifugiati e contro il terrorismo, è critico: "Prima sentivo dire che non si poteva riformare le economie perchè c'era la crisi. Ora che c'è la crescita, c'è chi afferma che non si può per le migrazioni. Francia e Italia hanno bisogno di più riforme per essere competitive. Noi abbiamo fatto una manovra massiccia e ci hanno detto che avremmo ammazzato la congiuntura. Invece cresciamo di due punti e mezzo.

Le riforme funzionano".

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