Siamo tutti in trincea. Questo il messaggio neppure troppo velato dietro il discorso di Giorgia Meloni. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riferisce in Parlamento, alla Camera, sull’emergenza coronavirus. E il centrodestra c’è. A parlare tra gli altri c’è lei, Giorgia Meloni. Sono parole che colpiscono al cuore un governo che di errori in questi giorni, in queste settimane, ne ha fatti parecchi. Lei chiede collaborazione. "Siamo contenti di questa occasione di confronto con l’esecutivo. L’abbiamo caldeggiata. E caldeggiamo qualcosa di più, non semplici comunicazioni al Parlamento. Vogliamo collaborare sul serio. E continueremo a farlo". Se è vero che siamo in guerra Fratelli d’Italia vuole fare la sua parte. "Non vogliamo disertare, ma stare in prima fila e combattere. Per questo vogliamo vedere la porta del Parlamento aperta".
Per questo, spiega la leader di Fratelli d’Italia, sin dall’inizio il partito ha chiesto di poter aiutare. "Abbiamo chiesto una cabina di regia". Poi aggiunge: "Speriamo che nel Cura Italia vengano accolte alcune delle nostre proposte". Sottolinea che le misure contenute nel provvedimento sono un cerotto. Per curare l’Italia serviranno miliardi e forse anche un’altra mentalità o si rischia la desertificazione. Per Meloni bisogna dare libertà ai cittadini da burocrazia e vincoli. Per lasciar correre l'economia una volta passata la burrasca.
Poi, il capitolo Europa: "È sotto gli occhi di tutti, proprio in questa emergenza, la crisi dell’Ue. L’Europa deve decidere se vuole esistere o no. E l’inizio non è stato confortante". In Ue altre nazioni nascondono i contagi, ma all’Italia viene chiesto la certificazione virusfree dei prodotti alimentari. "Alla Bce abbiamo chiesto aiuto e la presidente ha fatto una gaffuccia che ci è costata 17 punti sulla Borsa in poche ore. L’artiglieria pesante si è iniziata a muovere quando il contagio è arrivato in Francia e Germania".
Spiega che quando l’Italia ha chiesto l’aiuto del Mes, senza condizionalità, la Germania ha risposto: vi attaccate. E qualcuno pensa che sia un’occasione per indebolire uno Stato membro. "L’Europa che abbiamo sognato non esiste, non c’è l’Europa della solidarietà. Abbiamo visto l’Europa degli egoismi che aspetta il terremoto in casa nostra per rovistare nelle nostre macerie e fregarsi l’argenteria. Ci sarà da ricostruire un’Unione diversa, ma prima dobbiamo partire da noi".
Infine torna sull’emergenza coronavirus. "Chiedevamo di mettere in quarantena chi veniva dalla Cina, ci hanno dato dei razzisti. Abbiamo chiesto il lockdown settimane prima.
Abbiamo parlato di risorse necessarie per 30 miliardi, quando il governo parlava di 3,5 miliardi. Abbiamo parlato di vietare le vendite allo scoperto in Borsa cinque giorni prima che fosse deciso. Abbiamo tentato sempre di fare proposte sensate. Penso che una certa bulimia del governo non abbia aiutato”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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