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"Una regia internazionale. Macchina del fango come fu per Trump"

Vincenzo Arcobelli, rappresentante negli Usa al Consiglio generale degli Italiani all’Estero, ha scritto al New York Times per protestare contro l'editoriale che prende di mira la leader di Fdi: "Su di lei fake news come per Trump"

"Una regia internazionale. Macchina del fango come fu per Trump"

"È vero che ognuno è libero di dire ciò che vuole, ma è altrettanto vero che non si possono scrivere fesserie, tipo che Giorgia Meloni è una neo-fascista". Vincenzo Arcobelli, rappresentante negli Stati Uniti per il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel mondo, ha deciso di rispondere con una lettera inviata alla redazione del New York Times al corsivo di David Broder, opinionista di sinistra che sul quotidiano della Grande Mela preconizzava "tempi cupi" per il nostro Paese con la leader di Fratelli d’Italia in testa ai sondaggi.

Perché ha deciso di replicare?

"Da italiano trovo vergognosa la macchina del fango che si è scatenata contro Giorgia Meloni. Sta succedendo esattamente quello che accadde nel 2016 con Donald Trump. In quel caso sappiamo tutti come andò a finire. La storia ci insegna che le fake news sono controproducenti. Ma ormai lo schema è chiaro: c’è un allineamento internazionale dei giornali di sinistra per sostenere una certa agenda".

Sta dicendo che quelle del New York Times sono fake news?

"Sicuramente accusare la Meloni di fascismo non è corretto. Stiamo parlando di una leader conservatrice, europeista e atlantista. Il suo partito ha sostenuto responsabilmente il governo Draghi, pur essendo all’opposizione, sui provvedimenti che riguardavano la sicurezza nazionale, ad esempio sull’Ucraina".

Eppure lo stesso quotidiano parlava di un possibile "terremoto" in Europa se Fratelli d’Italia dovesse essere il partito più votato…

"Non sono d’accordo. Oltre ad essere presidente del gruppo dei conservatori europei, lo scorso febbraio Giorgia Meloni è stata l’unico politico italiano ad essere invitato alla più importante convention del partito repubblicano, il Cpac di Orlando. Non dimentichiamo che i repubblicani sono favoriti alle prossime elezioni di midterm e alle presidenziali del 2024".

E come la vedono i conservatori americani?

"Io ero alla convention in Florida e le posso assicurare che è molto apprezzata. Il Senato del Texas le ha anche conferito un riconoscimento per la sua attività politica in difesa dei valori conservatori e delle relazioni tra Italia e Usa. Attira consenso perché è una donna carismatica e competente: anche il fatto che parla diverse lingue è un punto a suo favore".

Cosa pensano i nostri connazionali negli Usa quando leggono questo tipo di articoli sulla stampa americana?

"Non tutti la pensano allo stesso modo, è ovvio. Qualcuno potrà anche essere d'accordo con questa narrazione. Per molti altri, però, editoriali come quello pubblicato dal New York Times sono delle ingerenze belle e buone".

Cosa si aspettano gli italiani all’estero da questa tornata elettorale?

"Che ci sia un governo forte, stabile e finalmente eletto dal popolo. Bisogna rilanciare l'economia, creare lavoro e fermare l’esodo dei giovani che scelgono di espatriare.

E, perché no, anche l’istituzione di un ministero per gli italiani nel mondo".

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