Politica

La Meloni diserta dopo il caso Rai. Salvini: per un posto non ci divideremo

Ancora scintille tra gli alleati sul cda della tv pubblica. Lo show per la sedia vuota

La Meloni diserta dopo il caso Rai. Salvini: per un posto non ci divideremo

Milano. Una sedia vuota a Milano, per un posto che manca in Rai. Sotto la Madonnina si scarica un altro temporale politico innescato a Roma, stavolta sul nuovo Cda della tv pubblica, che ha lasciato fuori l'uomo di riferimento di Fratelli d'Italia.

La presidente di Fdi Giorgia Meloni, ieri mattina ha lasciato platealmente vuota la sua poltroncina alle «Stelline» di Milano, dove il centrodestra si era dato appuntamento per presentare con tutti gli onori - e tutti i leader - il candidato sindaco della coalizione, Luca Bernardo. «Insieme ci prendiamo cura di Milano» si leggeva dietro al tavolo. Stavano intervenendo il capo leghista Matteo Salvini, il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, e per sostenere Bernardo ha telefonato anche il leader azzurro e fondatore del centrodestra, Silvio Berlusconi, con parole lusinghiere. Era parsa rinfrancata la coalizione, dopo la scelta di candidare primario di pediatra, all'esito di un percorso piuttosto faticoso. Quel nome di prestigio, finalmente convincente, aveva galvanizzato i militanti, pronti finalmente a iniziare una campagna elettorale necessariamente breve ed estiva, per scalzare un Beppe Sala che adesso pare una stella appannata del centrosinistra, ma è pur sempre il sindaco uscente sostenuto dal Pd, che a Milano conserva una certa forza.

Bernardo non ha deluso, ma ha patito questa protesta di Fdi, diretta non a lui ma agli alleati: «Sono dispiaciuto dal punto di vista personale - ha ammesso - ma so che era impegnata quindi comprendo, e soprattutto so perché ci sentiamo che mi è molto vicina ed è la cosa più bella». Ufficialmente la leader di Fdi era impegnata, nel pomeriggio a Pescara e poi a Latina con la presentazione del suo libro, ma i suoi «colonnelli» milanesi hanno confermato il caso. «Se l'assenza di Giorgia Meloni è un segnale al centrodestra? Fatevi delle domande e datevi delle risposte», ha detto la coordinatrice lombarda Daniela Santanchè. «Fratelli d'Italia c'è in questa competizione - aveva spiegato poco prima, nel suo intervento - crede che si possa vincere solo con la squadra: la coalizione è importante. Ogni tanto vedo che non è importante per tutti». E Salvini, pochi minuti dopo, ha replicato: «È una giornata così bella, di unione, che non dedico tempo a una sinistra che vorrebbe il centrodestra diviso: si mettano l'animo in pace, noi vinciamo a Milano, a Roma e in tutte le città che andranno al voto». Certo, i due hanno posato insieme agli altri, e insieme al candidato sindaco, ma un episodio - piuttosto sgradevole - ha confermato la tensione sopra il livello di guardia. La scintilla sono stati ancora una volta i posti, stavolta in sala. Preso atto dell'assenza di Meloni, la vice capogruppo di Forza Italia al Senato, la milanese Licia Ronzulli, stava togliendo il segnaposto di Meloni per assegnare la seggiolina in prima fila a un esponente della Lega, ma il tentativo è stato stoppato bruscamente dall'ex ministro Ignazio La Russa, fra gli sguardi interdetti del governatore Attilio Fontana, di Tajani e di Maurizio Lupi. «Abbiamo deciso di non sederci su quella sedia, l'abbiamo lasciata simbolicamente - ha spiegato poi La Russa - Ronzulli voleva occuparla per fare una foto e io ho risposto, magari in modo volgare, ma non c'è nulla contro Ronzulli. Non c'era acrimonia contro di lei».

In ogni caso, la tensione politica fra Fdi e Lega non è esplosa ieri. Già si era manifestata sulla presidenza del Copasir, l'organismo parlamentare di controllo sui servizi segreti, e anche in quella occasione si era scaricata sulla scelta dei candidati sindaco delle grandi città che andranno al voto a ottobre. Ma le ambizioni di primato di Fdi, legittimate da sondaggi favorevoli, ormai si traducono in un atteggiamento di aperta sfida alla Lega, dalla Regione ai Municipi di Milano. «Il centrodestra è unito - ha garantito Salvini - A Milano, a Roma, Napoli, Torino, Bologna, Trieste. Gli avversari non sono mai in casa e io sto cercando di spegnere ogni tipo di polemica. Anche la vicenda Rai si chiuderà con soddisfazione per tutti. Ci sarà spazio per tutti, tutti avranno voce. Il nostro avversario è la sinistra delle tasse e degli spazi. E quindi l'obiettivo è mandare a casa democraticamente Sala».

«Far saltare l'alleanza per un posto nel cda della Rai? Mi rifiuto di pensarlo» ha concluso.

Commenti