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La Meloni incalza Conte sui soldi di Chavez ai 5s

La leader Fdi: "Spieghi quei 3,5 milioni dati a Casaleggio e si dissoci dal regime comunista"

La Meloni incalza Conte sui soldi di Chavez ai 5s

Dopo la notizia - pubblicata in Italia da il Giornale - delle rivelazioni dell'ex spia venezuelana Hugo Carvajal sui presunti finanziamenti del regime di Hugo Chávez ad alcuni partiti nel mondo, compreso il M5s, l'onda delle reazioni cresce costante per tutta la giornata. Arrivando al culmine nel tardo pomeriggio, quando Davide Casaleggio è costretto di nuovo a smentire ogni tipo di scambio di soldi che avrebbe potuto coinvolgere il padre Gianroberto. La replica del figlio del cofondatore è dura. Ricalca i toni aspri di giugno 2020, dei giorni in cui la notizia della presunta valigetta venezuelana con 3,5 milioni di euro per i Cinque Stelle comparve per la prima volta sulla stampa italiana e internazionale, grazie allo scoop del quotidiano spagnolo Abc. «Mio padre non ha mai preso denaro dal governo del Venezuela. Già lo scorso anno si è dimostrato che il documento portato come prova era stato contraffatto con Photoshop», spiega il presidente dell'Associazione Rousseau. Le dichiarazioni fatte ai giudici di Madrid dall'ex capo dell'intelligence militare di Caracas Hugo «El Pollo» Carvajal sono considerate senza fondamento, almeno per quanto riguarda la parte sul presunto finanziamento al M5s. «Ribadisco, come fatto già in passato, che si tratta di notizie false e sono profondamente indignato da come siano usate in modo strumentale per calunniare una persona che non c'è più».

Spazio per ricordare anche che «qualche giorno fa è partito il processo contro il quotidiano spagnolo Abc». E per minacciare di querela chiunque rilanci la notizia delle dichiarazioni di Carvajal, compreso dunque il Giornale. «Saranno oggetto di querela, anche oggi, tutti gli altri organi di stampa che continuano a rilanciare questa calunnia».

Eppure la storia esplode nei Palazzi della politica italiana. Tra i primi a chiedere chiarimenti Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. «Apprendiamo dal quotidiano Il Giornale che l'ex capo dell'intelligence militare di Chàvez, Hugo Carvajal, avrebbe confermato alla giustizia spagnola il finanziamento ai partiti amici del regime venezuelano in giro per il mondo. Tra questi ci sarebbe anche il M5S. Una notizia diffusa in passato dal quotidiano spagnolo Abc, che aveva parlato di una valigetta con tre milioni e mezzo di euro in contanti inviata da Nicolas Maduro, allora ministro degli Esteri di Chàvez e oggi Presidente del Venezuela, e fatta arrivare a Gianroberto Casaleggio», ricapitola Meloni. Che «chiede ufficialmente al M5s e al suo presidente Giuseppe Conte di chiarire queste notizie e di prendere politicamente le distanze dalla dittatura comunista di Caracas». Da Fdi arriva un'interrogazione parlamentare della deputata Augusta Montaruli. Montaruli chiede al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese di prendere provvedimenti «per verificare un'eventuale ingerenza di uno stato estero sulla politica nazionale e le scelte assunte dal governo». Nicola Danti, europarlamentare di Italia Viva, nota come «oggi nessuno s'indigni» e ricorda che «in Parlamento Europeo, nella scorsa legislatura, il M5s ha sempre votato contro o si è astenuto sulle mozioni di condanna al regime venezuelano». Sempre da Iv la senatrice Laura Garavini si rivolge ai pentastellati: «Il nostro impegno per la democrazia era sincero. Il loro?»

L'anno scorso era entrato nel giallo anche Giovanni Favia, ex consigliere regionale grillino dell'Emilia Romagna, che aveva parlato di una mail ricevuta nel 2010 da diplomatici venezuelani interessati al M5s. «Non so nulla e non ho mai parlato di scambi di soldi», premette parlando al telefono con Il Giornale. «Però confermo la mia versione, c'è stato un contatto via mail con l'ambasciata del Venezuela poco dopo la mia elezione in consiglio regionale, nel 2010», continua. «All'epoca io di fatto ero uno dei leader del M5s, loro ci dicevano che erano interessati a noi e volevano un incontro perché ci consideravano un movimento rivoluzionario come il loro - racconta Favia - io però non me la sono sentita di andare avanti e ho passato il contatto a Grillo e Casaleggio, poi non ne ho saputo più nulla». Favia però dopo aver rivelato questo episodio è stato vittima di una shitstorm innescata dal deputato M5s Francesco Berti.

«Lui fece un post su Facebook e sotto mi riempirono di insulti, misero in moto contro di me la macchina del fango, ma ho querelato», conclude.

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