Roma - Disponibile a parlare con tutti ma chiusa a qualsiasi ipotesi di «governi al di fuori del perimetro del centrodestra». Giorgia Meloni parla e ne ha per un po' per ciascuno: alleati e avversari. Galvanizzata dall'incontro con i suoi neoeletti in Parlamento (una non trascurabile truppa formata da 32 deputati e 18 senatori) la leader di Fratelli d'Italia esorta gli alleati a credere di più nella possibilità di un governo di centrodestra con Matteo Salvini potenziale premier.
«Il nostro obiettivo è portare il centrodestra al governo della nazione - incita la Meloni- Spetta a noi il primo premier incaricato e il nostro è Salvini. Questo andremo a dire al presidente Mattarella. Su questo vorrei ci fosse più convinzione da parte del centrodestra che deve dare il segnale di crederci». E la Meloni allontana i timori di un patto fra Lega e M5s: «Non vedo perché la Lega non dovrebbe tentare fino in fondo l'ipotesi del centrodestra», commenta. Certo la Meloni non nega che non ci siano al momento i numeri per un governo Salvini ma quelli mancanti, assicura «non sono impossibili».
Pur confermando la sua fede nel centrodestra la Meloni però un paio di sassolini dalla scarpa se li toglie in riferimento alle ricognizioni di Lega e Forza Italia rispettivamente nel campo Cinquestelle e in quello della sinistra Pd. «Ora capisco perché Berlusconi e Salvini non sono venuti alla manifestazione anti-inciucio. Evidentemente non era un problema di agenda», ironizza la leader di Fdi che però assicura che non porrà veti a chi vuole sostenere il loro programma, dicendosi aperta al dialogo ma allo stesso tempo bocciando eventuali «alchimie di palazzo». Ieri intanto ah parlato al telefono con Danilo Toninelli che incontrerà anche di persona. Meloni conferma di aver proposto la presidenza del Senato a Salvini ma non per toglierlo di mezzo bensì per «rafforzare la sua candidatura a premier del centrodestra, non certo di indebolirla». Sarebbe sbagliato per la Meloni invece insistere «per dare ad un altro esponente della Lega la presidenza di una delle Camere perché è difficile che la Lega possa esprimere sia il presidente del Consiglio che il presidente di un ramo del Parlamento». E comunque, puntualizza, «la presidenza di una delle due camere deve andare al centrodestra».
A Fdi interessa portare avanti le proposte del centrodestra. L'avvio della flat tax al 15 per cento su quanti hanno dichiarato in più rispetto al 2017; l'abolizione al tetto per l'uso dei contanti; il dimezzamento dei costi di accoglienza per i richiedenti asilo, a beneficio del fondo per i rimpatri e dell'aumento delle pensioni di invalidità. «Siamo al lavoro per definire un piano entro il 10 aprile, data di presentazione del Def - annuncia-. Vogliamo dare subito l'idea di un cambio di passo». Ma se non si riuscisse a raggiungere una maggioranza attorno a Salvini premier? Per la Meloni non ci sono alternative alla coalizione di centrodestra.
E visto che la Lega ha un ruolo fondamentale dovrebbe essere proprio Salvini a indicare l'alternativa, «un piano B». E se anche questo ipotetico piano B fallisse? Per la Meloni si farà «un governo settimanale, giusto il tempo per fare una legge elettorale e poi tornare a votare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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