"Fa sul serio oppure no?”. È la domanda che Giorgia Meloni rivolge a Matteo Salvini dal palco del teatro Quirino dove ha riunito i dirigenti e i militanti per annunciare un rilancio del partito e l’ormai scontata candidatura a sindaco di Roma in caso di elezioni anticipate. "Appena il Pd manderà a casa Kung Fu Panda Marino non ci tireremo indietro dalla sfida per il Campidoglio. Io sarò in prima fila, se sarà necessario". Una manifestazione dal titolo evocativo “Italia soprattutto”, incentrata su cinque punti cardine (immigrazione, euro, famiglia, casta, regioni) ma principalmente sul futuro di Fratelli d’Italia.
La proposta politica lanciata da Salvini di creare una “cosa nero-verde” sulla scia dell’esperienza del Front National di Marine Le Pen non convince i militanti. Tra bandiere tricolori e cartelli no euro e in difesa della famiglia tradizionale serpeggiano vecchi rancori. Singolare è il caso dei dirigenti piemontesi che ancora sentono come una ferita aperta il mancato accordo per le ultime regionali. Fratelli d’Italia aveva proposto un’alleanza con primarie aperte, confidando di riuscire a candidare Guido Crosetto quale sfidante di Sergio Chiamparino ma all’ultimo la Lega preferì fare l’accordo con Berlusconi. Ma l’ex Cavaliere non è più l’interlocutore privilegiato: “Se vuole esserci nella ricostruzione del centrodestra bene ma ormai non può più essere il perno della coalizione e difficilmente farà da comprimario”, spiega Giovanni Donzelli, capogruppo del partito nella Regione Toscana e finora l’unico esponente in campo contro l’attuale Presidente Enrico Rossi.
Tra i militanti campani vi è, invece, la paura che Salvini si voglia mangiare il partito e “che tutti vogliano salire sul carro del vincitore” come è già successo con Beppe Grillo. Secondo alcune indiscrezioni il leader della Lega avrebbe già pronta la lista da presentare alle Regionali del 2015, ma è opinione diffusa che la confluenza in un nuovo soggetto sia inevitabile. Mario, giovane militante pugliese, ammette con amarezza che “si è persa la spinta propulsiva iniziale” e che ci è “incartati sulla questione del simbolo” che, poi, Fratelli d’Italia ha in dotazione ancora solo per tre anni. La Lega Nord e Fratelli d’Italia si “annusano” ormai da troppo tempo e una fusione sarebbe solo il completamento di un corteggiamento leghista che è iniziato già in autunno. Nel corso della manifestazione settembrina di Atreju Massimo Fedriga, il capogruppo leghista alla Camera, era stato tra i più applauditi e il sindaco di Verona Flavio Tosi è stato ospite del Foro 753, un centro sociale di destra radicale a Roma.
La contiguità tra i meloniani e ciò che vi è a destra di Fratelli d’Italia si evince anche dalle parole di quanti, come Giorgio, trovano normale che i membri di Casa Pound alle ultime europee abbiano abbracciato la linea di Salvini e abbiano fatto confluire i loro voti verso Mario Borghezio. Nel corso del discorso della Meloni dalla galleria del teatro a campeggiare sono proprio gli striscioni dei quartieri simbolo della destra romana: Eur, Colle Oppio, Nomentano e Garbatella, dove è nata e cresciuta la Meloni. Ed è proprio dalla base romana che riecheggiano i malumori per Mafia Capitale, anche se tutti sottoscrivono la linea del segretario: “lasciamo perdere Carminati che con la destra non c’entra, questa è una cosa tutta interna alla sinistra” anche perché “ se quel Buzzi parlava così tranquillamente al telefono è perché si sentiva protetto”.
Nelle prime file c’è anche Isabella Rauti, moglie di Alemanno, a cui i militanti non fanno mancare il loro sostegno anche se alcuni in disparte mugugnano: “ora si devono fare da parte anche quelli che stavano con Alemanno…”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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