Non solo flat tax. Il programma di Forza Italia prevede, infatti, un generalizzato abbattimento della pressione fiscale e, soprattutto, la neutralizzazione degli aumenti dell'Iva previsti per il 2019.
Ovviamente, il piatto forte è l'aliquota unica dell'imposta sui redditi al 23% con una no tax area a 12mila euro. La priorità del presidente Silvio Berlusconi è stata sempre quella di precisare che non si ratta di una vana promessa elettorale. «Quelli che dicono non trovate i soldi (come il segretario del Pd Matteo Renzi) - ha spiegato il Cavaliere - sono i soliti catastrofisti». Serviranno 50 miliardi il primo anno, 40 il secondo e 30 il terzo. Il leader degli azzurri ha sottolineato la necessità di «arrivare ad una pace fiscale» per i contenziosi con il fisco. E da qui arriveranno parte delle coperture per il primo anno. Il resto dalla spending review messa a punto dall'ex commissario Cottarelli. Del capitolo tagli fanno parte anche le tax expenditures, cioè la giungla di agevolazioni fiscali, dalle quali Berlusconi prevede di ricavare gran parte delle coperture.
Il programma azzurro, infatti, si basa sull'«equazione della crescita e del benessere che dice: meno tasse su famiglie, lavoro e imprese producono più consumi delle famiglie, più investimenti delle imprese, più posti di lavoro». A questo obiettivo puntano gli impegni di eliminazione di qualsiasi tassa sulla prima casa e sulla prima auto che, come ha detto il Cav «per molti italiani è uno strumento di lavoro e anche più soldi nelle casse dello stato con cui aiutare i cittadini rimasti indietro».
Forza Italia si è, inoltre, impegnata a far scomparire l'Irap («imposta rapina» secondo Berlusconi), l'Imu agricola, l'imposta sulle successioni e sulle donazioni nonché a evitare in qualsiasi modo lo scatto delle clausole di salvaguardia da 15 miliardi di euro che farebbero schizzare all'insù l'Iva e le accise. Confermato, infine, il progetto di defiscalizzare e azzerare i contributi previdenziali e assistenziali per i primi tre anni di contratto per i giovani neoassunti.
Il resto del programma in ambito economico contiene, soprattutto, proposte di buon senso. In primo luogo, l'abolizione della soglia per le transazioni effettuabili con il contante, attualmente fissato a 3mila euro. Sul capitolo pensioni, di comune accordo con il resto della coalizione, è previsto il superamento della legge Fornero. Ma ciò a cui tiene maggiormente il cavaliere è l'aumento dei trattamenti minimi a mille euro per 13 mensilità e, soprattutto, una pensione di 1.000 euro per le mamme una volta raggiunti i 67 anni di età.
L'ultima parte della campagna elettorale di Silvio Berlusconi è stata molto focalizzata sui problemi del Mezzogiorno. Una vicinanza testimoniata anche dalla presenza ieri del cavaliere a Napoli. «Vogliamo utilizzare il 50% dei fondi europei non ancora impegnati, circa 11,5 miliardi, costituendo il Fondo Unico per il Sud di almeno 20 miliardi di euro», ha dichiarato il presidente di Forza Italia in una recente intervista anticipando i contenuti di un piano che punta a «mobilitare 250 miliardi di investimenti nei prossimi tre anni che finanzieranno infrastrutture, misure di credito d'imposta per i neoassunti, iniziative speciali per giovani e start-up, e l'istituzione di zone economiche speciali».
Secondo alcune proiezioni, il Fondo creerebbe almeno 500mila posti di lavoro, e farebbe nascere circa 60mila nuove imprese entro il 2020. Proposte radicali per un Paese in crisi che nei sette anni senza il Cav a Palazzo Chigi è peggiorato sotto tutti i punti di vista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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