Coronavirus

Mense aziendali, l'obbligo di green pass tutela i lavoratori

La precisazione del governo in merito alla certificazione verde è giunta a seguito di accesi contrasti sulle mense aziendali e sulla loro assimilabilità (per quanto riguarda le norme anti covid) ai ristoranti

Mense aziendali, l'obbligo di green pass tutela i lavoratori

Di Laura Papa e Nicola A. Maggio*

La precisazione del governo in merito alla certificazione verde è giunta a seguito di accesi contrasti sulle mense aziendali e sulla loro assimilabilità (per quanto riguarda le norme anti covid) ai ristoranti; per i quali, come noto, è stato recentemente introdotto l'obbligo in capo al ristoratore di richiedere il green pass agli avventori per accedere nei locali al chiuso.

Sin da subito, le associazioni sindacali hanno preso una posizione di ferma contestazione, definendo eccessivamente punitiva una misura che di fatto priverebbe della mensa aziendale i dipendenti sprovvisti di green pass.

Alcune aziende, interpretando le norme in modo analogo a quanto fatto da Palazzo Chigi, avevano già iniziato a richiedere il certificato ai dipendenti che intendono accedere alle mense aziendali. Ad esempio, si pensi alla società Hanon Systems di Campiglione Fenile (Torino), che all'inizio del mese aveva anticipato che solo i dipendenti con il green pass avrebbero potuto accedere alla mensa. A seguito di tale annuncio, la Fiom (la federazione dei metalmeccanici della Cgil) aveva proclamato uno sciopero per venerdì 13 agosto, successivamente revocato visto il «dietro front» dell'azienda.

Alla vigilia di Ferragosto è intervenuto il governo chiarendo (si tratta di una Faq, priva di valore normativo) la necessità della certificazione verde anche per i dipendenti che vogliano accedere alla mensa aziendale o ai locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti.

Il 14 agosto l'esecutivo ha infatti chiarito che «per la consumazione al tavolo al chiuso i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di certificazione verde Covid-19, analogamente a quanto avviene nei ristoranti».

L'obbligo introdotto dal decreto legge numero 105 del 23 luglio 2021, pertanto si deve applicare, secondo l'interpretazione governativa, non soltanto ai clienti dei ristoranti, ma anche ai dipendenti che consumino un pasto nella mensa aziendale.

Parimenti per le mense esterne (leggi servizi convenzionati) o al personale non dipendente (ad esempio consulenti, agenti, clienti, fornitori eccetera).

L'eventuale accesso alla mensa da parte di persone esterne o ospiti dovrà dunque essere soggetto alle stesse regole.

Come chiarito dal governo, i controlli spettano, per motivi di privacy e di tutela di dati potenzialmente sensibili dei lavoratori, ai gestori dei servizi di ristorazione, così come quelli nei ristoranti spettano ai ristoratori, oltre che alle forze dell'ordine. Nella Faq del governo si legge infatti che «i gestori dei predetti servizi sono tenuti a verificare le certificazioni verdi Covid-19 con le modalità indicate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 giugno 2021».

Come già evidenziato sulle colonne di questo quotidiano, la vicenda merita di essere analizzata anche secondo la prospettiva dei diritti di quei lavoratori che credono nell'efficacia dei vaccini ovvero che si siano vaccinati anche per la tutela della collettività. Infatti, negare la facoltà dei datori di lavoro di tutelare la salute dei propri dipendenti (come prescritto dallo stesso Codice Civile all articolo 2087), richiedendo il green pass in un momento in cui i cosiddetti Dpi (dispositivi di protezione individuale) come le ulteriori misure di sicurezza sono meno efficaci (durante il consumo dei pasti i lavoratori sono privi di mascherine), andrebbe a nuocere in primis gli stessi lavoratori, sottoponendoli al rischio di contrarre più facilmente il virus.

A maggior ragione dopo che l'Inps con il messaggio numero 2842 del 6 agosto ha chiarito che le quarantene (anche con effetto retroattivo) non sono più assimilabili alla malattia, con conseguente grave danno economico in capo al lavoratore.

*avvocati

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