Guerra in Ucraina

Mentre la Ue tentenna, la Russia ci taglia il gas "Azzerati tutti i flussi"

Ora il rigassificatore di Piombino è essenziale. Ipotesi supercommissario nel nuovo governo

Mentre la Ue tentenna, la Russia ci taglia il gas "Azzerati tutti i flussi"

A partire da ieri il colosso russo Gazprom non sta più consegnando il gas a Eni poiché, secondo fonti russe, «non sarebbe in grado di ottemperare agli obblighi necessari per ottenere il servizio di dispacciamento di gas in Austria dove dovrebbe consegnarlo». La notizia, per quanto non inattesa (e comunque gli stoccaggi hanno già raggiunto il 90%), ha comunque reso ancor più stringente il tema della diversificazione degli approvvigionamenti. E soprattutto anche quello del price cap sui prezzi sui quali l'Europa non ha ancora trovato un'intesa. Una lentezza che starebbe convincendo, secondo Huffington Post, Giorgia Meloni a nominare un supercommissario per l'energia che potrebbe individuarsi nella persona del ministro della Transizione ecologica Cingolani in modo da gestire direttamente l'emergenza. L'ipotesi non trova riscontro in ambienti Fdi.

Eni ha comunque precisato di essere al lavoro «per verificare con Gazprom se sia possibile riattivare i flussi verso l'Italia», pur consapevole che «l'Austria stia continuando a ricevere gas». L'offerta di gas russo rispetto a quella complessiva a disposizione dell'Italia, tuttavia, è ormai era inferiore al 10%, quindi quanto accaduto ieri non cambia la situazione in modo significativo. Eni, infatti, ha predisposto un piano di potenziamento e diversificazione delle forniture di gas verso l'Italia che porterà a sostituirà progressivamente i circa 21 miliardi di metri cubi all'anno (su 29 miliardi totali) di volumi di gas russo importati fino allo scorso anno dal gruppo del Cane a sei zampe.

Per quanto riguarda il gas via gasdotto, forniture addizionali già arrivano dall'Algeria (picchi giornalieri di volumi oltre gli 80 milioni di metri cubi). Dal Paese maghrebino arriveranno progressivamente 6 miliardi di metri cubi addizionali da qui al 2023, che raggiungeranno i 9 miliardi tra il 2023 e il 2024, raddoppiando l'import di Eni dall'Algeria da 9 a 18 miliardi di metri cubi all'anno a regime nel 2024. Durante questo inverno si potrà poi contare su circa 4 miliardi di metri cubi addizionali dal nord Europa e sulle prime forniture addizionali di Gnl (gas naturale liquefatto) in particolare dall'Egitto. Dalla prossima primavera, inoltre, inizierà ad arrivare il Gnl addizionale da Paesi come Egitto, Qatar, Congo, Angola e Nigeria, per 4 miliardi nel 2023 e 7 miliardi nel 2024.

In sostanza, l'Italia avrà circa 10 miliardi di metri cubi addizionali già questo inverno (oltre il 50% del gas russo), che diventeranno 17 miliardi di metri cubi tra il 2023 e 2024 (circa 80%) per poi raggiungere i 22 miliardi nell'inverno 2024-2025 (surplus). Questo piano, però, potrà essere realizzato se saranno installati i nuovi rigassificatori, a partire da quello di Piombino.

Di price cap ieri la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, non ha parlato anche se ha accennato alla necessità di fare di più. «Restiamo uniti e formiamo insieme la nostra Unione dell'energia, forte e resiliente», ha dichiarato intervenendo all'inaugurazione del gasdotto Igb di interconnessione tra Grecia e Bulgaria. «Questo progetto significa libertà dalla dipendenza dal gas russo», ha aggiunto. «La crisi energetica è grave e richiede dall'Europa una risposta comune che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese», ha detto von der Leyen.

Sul price cap, però, silenzio.

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