Merkel come Macron: "Nuovo inizio per l'Ue"

La cancelliera parla ai delegati della Cdu. Che votano sì al governo con l'Spd

Merkel come Macron: "Nuovo inizio per l'Ue"

Roma - Un'inossidabile Angela Merkel ha chiuso lunedì il congresso straordinario del partito cristiano democratico tedesco, la Cdu, con una standing ovation di quattro minuti. Il generoso tributo dei delegati è il segnale che il tempo delle polemiche è finito e che il partito di maggioranza relativa può guardare avanti. La scadenza più prossima è quella del 4 marzo, quando gli iscritti al partito socialdemocratico (Spd) avranno deciso una volte per tutte se partecipare al nuovo governo di grande coalizione con i moderati della cancelleria. Dal canto loro, i delegati Cdu hanno dato luce verde con sfumature bulgare alle larghe intese con la sinistra: 25 no e 975 sì. Il trauma della cessione delle Finanze alla Spd appare rientrato. «Avremmo dovuto rinunciare all'intero accordo solo a causa di questo punto?», ha chiesto Merkel al congresso. La cancelliera si è risposta da sola: «Io dico di no».

Ieri è stata dunque varata una Cdu strabica: centrista al governo ma più conservatrice al suo interno. Lo conferma l'elezione di Annegret Kramp-Karrenbauer alla segreteria generale. Nota anche come «mini-Merkel», la cattolica 55enne premier regionale della Saar è chiamata a restituire un look conservatore al partito cristiano democratico. Così farà anche il ministro delle Salute in pectore, il 37enne Jens Spahn. Dichiaratamente gay e sposato con il suo compagno, Spahn è conosciuto per la sua linea severa sui rifugiati e l'Europa; d'altronde il suo mentore è Wolfgang Schäuble, fautore di un'eurozona austera e poco incline a salvare la Grecia o qualunque altro Paese in difficoltà.

La gestione dell'Ue resta uno dei principali collanti politici della Cdu: i cristiano democratici tedeschi si confermano uno dei partiti europei meno attaccabili dall'euroscetticismo. Certo, davanti all'avanzata della destra nazionalista e xenofobica, Merkel ha cambiato registro, spiegando al partito e al Paese che l'accordo con la Spd si chiama «Nuovo impeto per l'Europa» perché rafforzare l'Ue significa rafforzare la Repubblica federale. «Il destino della Germania e dell'Europa è nelle nostre mani», ha detto solenne la cancelliera ai delegati: «Un destino che vogliamo modellare noi prima che lo facciano gli altri».

Berlino vuole mettersi alle spalle lo choc della Brexit: all'interno del mercato comune gli inglesi erano fra i principali partner commerciali dei tedeschi, che sono rimasti molto scottati dall'imprevista sterzata di Londra verso nuovi lidi. Il patto di coalizione Cdu-Spd dedica ampio spazio all'impegno per un'Europa più forte.

Sul medio termine la Germania sostiene il progetto di potenziamento dell'eurozona auspicato dal presidente francese Emmanuel Macron; sul breve, Berlino ha già detto che intende farsi carico di quella parte del budget comunitario che verrà a mancare dopo l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. Secondo i calcoli del commissario Ue al Bilancio, il tedesco (Cdu) Günther Öttinger, Berlino dovrà versare fra i 3 e i 3,5 miliardi di euro all'anno in più.

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