L'ordine di Trump di bloccare le frontiere non piace. E a indignarsi sono anche i leader di tutto il mondo. Un'ondata di indignazione, da Nord a Sud, da Est a Ovest, tutti contro la chiusura delle frontiere americane ai cittadini provenienti da Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen. C'è chi - come Justin Trudeau, il primo ministro del Canada - non ci pensa due volte e con un tweet risponde alla sospensione degli ingressi negli Usa e scrive: «A chi fugge dalle persecuzioni dal terrore e dalla guerra, sappiate che i canadesi vi daranno il benvenuto, non importa quale sia la vostra fede. La diversità è la nostra forza #welcome to Canada». E se il messaggio non bastasse, a chiarire le idee, il premier aggiunge un'immagine in cui è immortalato mentre saluta una bambina siriana al suo arrivo all'aeroporto di Toronto.
Diversa invece è stata la reazione di Theresa May. La precisazione del numero 10 di Downing Street è arrivata nella tarda serata di ieri dopo le molte critiche sulla mancata condanna da parte della May al suo ritorno da Washington, dove è stata il primo capo di governo ad essere ricevuta da Trump.
Il suo portavoce ha annunciato che May «non è d'accordo» con il decreto esecutivo di Trump e che sfiderà il governo americano se il bando dovesse avere effetto negativo sui cittadini britannici.
Decisamente più dura è stata la critica della cancelliera Angela Merkel che riporta il suo portavoce Steffen Seibert, «è convinta che anche la necessaria lotta al terrorismo non giustifica» una misura del genere «solo in base all'origine o al credo» delle persone. E sulla stessa linea d'onda il presidente francese, François Hollande, che chiede che l'Europa risponda con «fermezza» alle decisioni del presidente americano Donald Trump. «Siamo stati sempre un continente aperto, sorto non contro gli altri» ha detto Hollande.
Un dispositivo che rischia di esasperare i rapporti già tesi con l'Iran che ha immediatamente annunciato il principio di reciprocità per i cittadini americani in viaggio verso l'Iran. Il Paese ha convocato anche l'ambasciatore svizzero (che rappresenta gli interessi americani nel Paese) a Teheran. Intanto, il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha scritto su Twitter che l'ordine esecutivo firmato venerdì sera da Trump «sarà ricordato nella storia come un grande regalo agli estremisti e ai loro sostenitori».
E anche l'Italia fa sentire il suo
no con Paolo Gentiloni «L'Italia è ancorata ai propri valori. Società aperta, identità plurale, nessuna discriminazione. Sono i pilastri dell'Europa» scrive su Twitter il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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